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Libia: un futuro sempre più incerto

Domenica, 14 Aprile 2019 18:13

Le posizioni di Italia e Francia sulla crisi libica sono ancora distanti: mentre Roma ha pubblicamente preso le distanze dalla campagna militare di Haftar già dal 2014, Parigi non ha esitato a sostenere il feldmaresciallo negli scorsi anni. 

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Libia: Haftar muove verso Tripoli?

Venerdì, 16 Dicembre 2016 21:07

La città di Bengasi, nell’est della Libia, è oggetto di un’infiltrazione terroristica in aumento, nonostante la forza operativa delle truppe guidate da Haftar. Il leader del gruppo tunisino Ansar al Sharia Abu Ayad si trova in città e opera costantemente al fianco del braccio libico dell’organizzazione, che era guidato da Mohammed al Zahawi fino alla sua uccisione da parte dell’esercito di Haftar. La presenza sul terreno di esponenti di primo livello di Ansar al Sharia e di Daesh a Bengasi sarà riscontrabile anche grazie all’aumento di sequestri di uomini vicini a Haftar. È possibile infatti che il colonnello Fouzi al Mabruk al Hasi, ufficiale dell’Esercito Nazionale Libico, sia stato rapito da una milizia islamista legata ad Ansar al Sharia nella città di Shahat con il sostegno degli uomini di Daesh presenti a Bengasi. Gli ufficiali di Haftar stanno cercando di difendere le infrastrutture della Mezzaluna petrolifera dalla presenza di milizie islamiste, in particolare elicotteri M35 hanno impedito a un convoglio della milizia delle Brigate di Difesa Bengasi di muoversi da al Jafrah fino a Ras Lanuf, grazie a un raid nella località di Nawafiliya. Per l’esercito di Haftar è di fondamentale importanza mantenere sotto controllo i terminal di greggio della Mezzaluna petrolifera, dal momento che i proventi che derivano dalla vendita del petrolio occorrono per soddisfare le richieste economiche delle diverse tribù e milizie che sostengono l’Esercito di Liberazione Nazionale. Mentre sul campo gli ufficiali di Haftar si oppongono militarmente alle milizie islamiste che fanno capo all’ex gran muftì libico Sadeq al Ghariani, a Bengasi altri esponenti delle milizie islamiste che operano tra Misurata e Sirte, come Abdul Haif Hamed e Amir Khalifa, stanno cercando di ottenere dagli ufficiali di Haftar la possibilità di abbandonare le postazioni sulla costa muovendo verso sud senza essere attaccati. Questa possibilità è ancora improbabile, anche perché le popolazioni che sostengono Haftar non permetterebbero alle milizie islamiste di attraversare i loro territori senza conseguenze. La tribù dei Tebu è pronta a vendicare l’uccisione del capo della loro brigata, il maggiora Isa al Tabawi, ucciso a Bengasi dalle milizie armate del Consiglio della Shura di Bengasi, tra la zona di Bousnib e Ganfuda, ad ovest della città. Inoltre Haftar sta utilizzando mercenari sudanesi del Movimento Giustizia ed Equità nella zona della Mezzaluna petrolifera, sui quali non ha il totale controllo sul territorio. 

La possibilità paventata da Haftar di muovere verso Tripoli per combattere le milizie presenti in città si sta facendo più concreta. Nonostante un’eventuale operazione a guida dell’Esercito Nazionale Libico potrebbe  per reazione riunire le diverse milizie armate di Tripoli in un fronte unico, la forza operativa delle truppe di Haftar rimane comunque nettamente più forte, anche grazie all’aumento di sostegno militare e finanziario che sta arrivando da Mosca. 

 

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Libia - brief report 7-10-2016

Venerdì, 07 Ottobre 2016 17:39

Il generale Haftar persiste nel suo lavoro di rafforzamento della sua figura nell’est della Libia, guadagnando di giorno in giorno maggiori poteri. I recenti successi militari dell’esercito di Haftar hanno permesso al settore petrolifero di rilanciarsi, secondo dati recenti la compagnia petrolifera libica Arabian Gulf Oil Company (AGOCO) ha aumentato la produzione di petrolio fino a circa 300 mila barili al giorno, inoltre secondo quanto riportato dalla National Oil Company (NOC) l’output petrolifero il Libia è salito a 485 mila barili al giorno. La ripresa della produzione è avvenuta immediatamente dopo la riconquista da parte di Haftar dei porti di Sidra, Ras Lanuf, Zueitina e Marsa al Brega, l’insieme delle infrastrutture che costituiscono la mezzaluna petrolifera. Entro la fine del 2016 la Libia potrebbe arrivare a produrre quasi un milione di barili al giorno di petrolio, segnando una svolta nel settore dal 2011. 

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Le sfide di Al Sarraj in Libia

Sabato, 23 Luglio 2016 12:21

Il futuro della Libia resta fortemente legato a quello del Generale Haftar, comandante dell'autoproclamato Esercito Nazionale Libico. Haftar si è mostrato contrario alla proposta di costituire un consiglio militare comprendente diversi ufficiali provenienti da tutta la Libia, da mettere a capo delle forze armate libiche.

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Il destino della Libia nelle mani di Haftar

Giovedì, 09 Giugno 2016 19:41

Persistono scontri violenti per il controllo del territorio in larghe parti del Paese. Si combatte principalmente nelle città di Sirte e Bengasi. Proprio nella città di Sirte si concentrano i maggiori scontri nell'ambito dell'operazione "al Bunian al Marsus" tra le milizie fedeli al governo di Tripoli e i combattenti legati a Daesh.

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Follow the money

Lunedì, 04 Aprile 2016 15:27

Al Serraj nuovo Premier di unità nazionale libica ha capito subito che per gestire pienamente la transizione verso politiche condivise tra tutte le fazioni presenti deve entrare immediatamente in possesso del patrimonio di Gheddafi congelato in asset esteri dalle sanzioni Onu del 2011, sbloccando, inoltre, le leve finanziarie legate allo sfruttamento del petrolio e del gas.

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BOOTS ON THE GROUND?

Mercoledì, 24 Febbraio 2016 18:33

La Libia è in piena guerra civile oltre che senza una Costituzione. La Costituzione dovrà essere redatta da un comitato scelto tra tre regioni e dovrà tenere conto dei vari interessi federalisti rivali oltre che delle richieste provenienti dalle varie tribù in lotta fra loro.

I federalisti libici si rifanno a vecchie divisioni sorte anteriormente alla data di quando Gheddafi è salito al potere nel 1969.

Le dichiarazioni di indipendenza della Cirenaica e della regione del Fezzan meridionale rischiano di aggravare il caos libico, con un governo debole paralizzato dall’inerzia e milizie armate con poco sostegno popolare, Tripoli è tenuta in ostaggio.

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Libia: pronto il testo dell’accordo di pace

Martedì, 22 Settembre 2015 20:05

Dopo mesi di negoziati pressoché infruttuosi, gli sforzi dell’ONU, profusi nel rendere possibile la formazione di un governo di unità nazionale in Libia, potrebbero dare i propri frutti: un Accordo definitivo è pronto e le parti coinvolte (i governi di Tripoli e Tobruk) potrebbero firmarlo entro la fine di Ottobre.

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La strage infinita

Martedì, 18 Agosto 2015 13:04

Le milizie libiche continuano senza sosta ad imbarcare immigrati con l'inevitabile numero insopportabile di vittime. Certo ogni traversata racchiude in se il rischio fisiologico di avere degli incidenti ma l'attuale situazione si declina ormai, con un numero esagerato di morti in ogni viaggio.

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Tutti sapevano da tempo (Autorità ed addetti ai lavori) che gli impianti petroliferi italiani in Libia erano obiettivi sensibili, soprattutto perché totalmente scoperti da ogni forma di sicurezza sia passiva che attiva.

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