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15-08-2013

EGITTO: LA VIOLENZA CHE POTEVA ESSERE EVITATA

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EGITTO: LA VIOLENZA CHE POTEVA ESSERE EVITATA Image Source BBC News

Le forze di polizia egiziane hanno represso violentemente i campi di Fratelli Musulmani di al-Nahda e Rabaa Al-Adawiya nella capitale, gli ultimi dati parlano di oltre 800 morti tra le fila dei supporters di Mohamed Morsi, ma è estremamente difficile fornire dati realistici. Gli scontri si sono estesi anche fuori da Il Cairo, in particolare nella città settentrionale di Minya, dove 15 persone sarebbero morte e una chiesa copta è stata data alle fiamme, e nella città di Fayoum, dove i morti sarebbero 17. Nella giornata del 15/08 il palazzo del Governo di Giza è stato preso d'assalto e incendiato con lancio di bottiglie Molotov dai sostenitori di Morsi. Hanno perso la vita anche un cameraman di Skynews, Mick Deane, e una giornalista degli Emirati Arabi, Habiba Ahmed Abd Elaziz.

In risposta agli scontri il governo egiziano ha proclamato lo stato di emergenza e dichiarato che si opporrà con tutti i mezzi agli atti di violenza perpetrati dai Fratelli Musulmani. Alcuni membri di spicco della fratellanza sono stati arrestati, tra i quali l'ex segretario generale del Partito di Libertà e Giustizia Mohammed al-Beltagy e il predicatore islamico Safwat Hegazi. Reazioni alle violenze in Egitto sono arrivate anche dal mondo della politica, il vice-presidente egiziano El Baradei ha presentato le dimissioni, seguito poi dai vice premier egiziani Hossam Eissa e Ziad Bahaa El-Din. La comunità internazionale ha manifestato sdegno per quanto sta accadendo nelle città egiziane, gli Usa si sono opposti alla proclamazione dello stato di emergenza e hanno richiesto il rispetto dei diritti umani. Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Italia hanno convocato i rispettivi ambasciatori egiziani per avere chiarezza sui fatti del 14 agosto.

Di sicuro quanto sta avvenendo lascia emergere le enormi difficoltà di convergenza tra i membri della Fratellanza e l'attuale governo. Le trattative per la partecipazione al governo di sostenitori di Morsi sono estremamente compromesse dal persistere di scontri tra le forze di polizia e i manifestanti. L'aumento del controllo politico da parte dell'apparato militare è stato ribadito dalle nomine di 25 nuovi governatori regionali 13 agosto, molti dei quali figure di spicco del passato regime Mubarak. Indubbiamente il peso dei sostenitori di Morsi all'interno della comunità egiziana è stato sottovalutato dalla comunità internazionale, la quale ha risposto timidamente alla presa di potere da parte dei militari e non è riuscita a contenere la loro acquisizione di controllo nella sfera politica, lasciando il Paese in uno stato di tensione che sta esplodendo. Il rischio connesso all'estromissione dei Fratelli Musulmani dal processo di transizione politica è la radicalizzazione ulteriore dei gruppi di opposizione all'attuale governo, la persistenza di scontri a bassa intensità e il prolungamento della fase di transizione politica, mantenendo così il Paese in uno stato di instabilità che mina sia il contesto di sicurezza, sia lo sviluppo economico dell'Egitto.

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Claudio D'Angelo

Laureato con lode in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza presso l’Università degli Studi di Perugia.
Laureando in Ricerca Sociale per la Sicurezza Interna ed Esterna (Safety and Security Manager).
Analista di intelligence perfezionato nell'analisi del rischio, nell'individuazione delle possibili minacce terroristiche e nella vulnerabilità dei siti industriali, delle infrastrutture critiche e degli obiettivi strategici.
Esperto nella gestione degli scenari di emergenza e nella tutela e la messa in sicurezza di personale operante in aree di crisi, con specifico expertise dell’area mediorientale.
Redattore per il magazine – online Convincere, svolge ricerche nel campo della diffusione dei movimenti Jihadisti in Medio Oriente e Africa, nell’applicazione della teoria dei sistemi complessi alla società e della Network Analysis nel processo di analisi d’intelligence.

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