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Il presidente Obama sta cercando di convincere, dobbiamo attendere almeno fino alla metà della prossima settima per il voto finale,  il Congresso   di sostenere l’azione militare contro la Siria al fine di punire il presidente Bashar Al- Assad per aver ordinato l’uccisione di centinaia di persone con gas tossico.

Ma in che cosa dovrà consistere la punizione? Obiettivi militari colpiti da missili USA? Bombardamento del palazzo presidenziale di Assad seguendo lo stile Regan che bombardò il palazzo di Gheddafi? Bersagli fissi, che potrebbero includere campi di aviazione? Per il momento sappiamo con certezza che all’attacco non seguirà una operazione “boots on ground”.

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SIRIA: DUBBI SULLE TESI DI WASHINGTON

Venerdì, 14 Giugno 2013 18:59

Il governo Obama ha accusato ufficialmente l'esercito di Assad di far uso di armi chimiche nel corso del conflitto che imperversa in Siria da più di due anni. Il regime di Damasco avrebbe quindi superato la "linea rossa" tante volte menzionata da Obama e avrebbe così fornito il pretesto ideale agli USA per intervenire attivamente con la fornitura di armi ai ribelli. Le dichiarazioni del Deputy National Security Advisor alla Casa Bianca, Ben Rhodes, hanno ovviamente attirato le critiche dell'altro grande attore internazionale coinvolto, la Russia. Tramite un tweet,  il presidente della Commissione Esteri della Duma, Alexiei Pushkov, ha smentito categoricamente le affermazioni di Rhodes, archiviandole come pure bugie costruite a tavolino come fu in passato per l'Iraq. 

Analizzando con più attenzione la situazione ci si pone delle domande alle quali sarebbe opportuno fornire risposte adeguate. Se infatti da un lato Washington punta il dito contro Damasco, i dubbi sull'effettivo utilizzo di armi chimiche in Siria rimangono enormi.  

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