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Nella sua prima conferenza stampa dall'elezione dello scorso giugno, il neopresidente iraniano Hassan Rohani ha affermato che non ci sarebbero problemi a condurre negoziati diretti con gli Stati Uniti sul nucleare iraniano, a patto che vengano tutelati gli interessi nazionali e venga messo da parte il linguaggio delle pressioni e delle minacce.

Gli USA, secondo Rohani, non dovrebbero seguire alcuna agenda segreta e puntare al reciproco rispetto tra le due nazioni. Rohani ha poi criticato le leggi votate dalla Camera dei Rappresentanti Statunitensi e gli appelli dei senatori americani ad un inasprimento delle sanzioni contro l'Iran. 

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Oggi, 4 agosto 2013, dopo aver ottenuto ieri la benedizione della Guida Suprema Khamenei, il nuovo presidente iraniano Hassan Rohani ha giurato di fronte al Majles nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato per la prima volta inviati di diversi Paesi: l’ex capo della diplomazia dell’UE Javier Solana, i presidenti di Afghanistan, Kazakhstan, Turkmenistan e Pakistan, e l’ufficiale della Korea del Nord Kim Yong Nam.

Hassan Rohani succede a Mahmud Ahmadinejad, che nel corso dei suoi due mandati si è fatto notare per la chiusura verso l’Occidente sul programma nucleare e per l’aumento della tensione con Israele.

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Sembra che le sole parole del neo-eletto presidente iraniano Hassan Rohani siano bastate per mettere in moto l’opinione internazionale e stimolare le varie potenze a valutare un’apertura futura verso l’Iran. Prima ancora di insediarsi ufficialmente, il presidente Rohani ha affermato che il suo futuro governo si impegnerà  ad applicare una politica di intesa costruttiva con il mondo, difendendo allo stesso tempo tutti i diritti del popolo iraniano. 

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Le odierne elezioni in Iran hanno eletto Hassan Rohani come nuovo capo dell’esecutivo della Repubblica Islamica, ma chi è il nuovo presidente?

Hassan Rohani è nato a Sorkheh nel 12 Novembre 1948. Laureato in legge presso l’Università di Tehran, ha proseguito gli studi in giurisprudenza ottenendo un dottorato alla Glasgow Caledonian University in Scozia. Attualmente  membro del Consiglio del Discernimento e dell’Assemblea degli Esperti, ricoprendo anche il ruolo di direttore del Centro del Consiglio delle opportunità per la ricerca strategica. Politicamente schierato tra le fila dell’ala moderata e centrista. Conosciuto come “lo sceicco diplomatico”, è stato segretario del Supremo Consiglio per la sicurezza nazionale dal 1989 al 2005 e in questa veste, capo diplomatico per le negoziazioni sullo sviluppo nucleare iraniano.

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Elezioni in Iran con attacco a Google

Giovedì, 13 Giugno 2013 18:52

Alle otto di questa mattina (ora Iraniana) si è conclusa la campagna elettorale per le elezioni presidenziali. Il peso politico dei sei candidati (due candidati si sono ritirati all’ultimo secondo dando il loro supporto ai compagni di partito rimasti in corsa) è abbastanza equilibrato e non si possono quindi fare pronostici, a decidere sarà il voto dei 50 milioni degli aventi diritto e si suppone che si arrivi al ballottaggio che, in caso, si terrà il 21 giugno.  

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È risaputo che il sistema politico della Repubblica Islamica dell’Iran, per quanto ben delineato sulla carta, nella realtà è alquanto imprevedibile, negli ultimi 40 anni ci sono state talmente tante svolte e colpi di scena che ormai lo spettatore esterno si aspetta di tutto. La stessa Costituzione dell’Iran è una matassa di contraddizioni: si presenta come una Carta moderna, innovativa, una novità nel campo mondiale e nella storia, infatti la Carta Fondamentale dell’Iran è unica nel suo genere come disse l’ex presidente della Repubblica Rafsanjani: 

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Nelle ultime settimane è cresciuto il livello di tensione in Medio Oriente e una serie di eventi, dal drone abbattuto il 25 aprile ai raid in territorio siriano su Jamraya e Al Saboura, ha ulteriormente minato il precario equilibrio geopolitico nella regione.

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Domenica mattina 5 maggio i jet israeliani hanno colpito, per la seconda volta in tre giorni, diverse strutture militari vicino a Damasco uccidendo decine di soldati vicino al palazzo presidenziale.

I raid aerei hanno colpito basi della guardia repubblicana e un importante centro di ricerca militare a Jamraya che secondo fonti USA dovrebbe essere il principale impianto di armi chimiche in Siria.

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NEW OPERATION OPERA?

Mercoledì, 06 Marzo 2013 22:48

Il capo dell’intelligence militare israeliana ha stimato che l’Iran potrebbe produrre la sua prima bomba atomica entro i prossimi 8-12 mesi. Nonostante le smentite iraniane il generale Aviv Kochavi non ha dubbi il programma nucleare iraniano è finalizzato a sviluppare armi nucleari. L’Iran ha accumulato più di 4 tonnellate di uranio arricchito a un livello del 3,5 per cento e quasi 100 Kg arricchito al 20 per cento. Queste quantità di materiali sono già sufficienti per quattro bombe atomiche. Le bombe nucleari richiedono uranio arricchito al 90 per cento “weapon ready”  ma gli esperti occidentali fanno notare che la maggior parte dello sforzo e delle difficoltà sono richiesti per arrivare al 20 per cento di purezza. Theran ha dichiarato di voler utilizzare il 20 per cento di uranio arricchito per scopi agricoli, medici e per aumentare l’esportazione di petrolio. Israele non ci crede e ha quindi minacciato di attaccare i siti nucleari di Natanz, Arak e Fordow se diplomazia e sanzioni non risolvono la questione.

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