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TRIAGE duepuntozero

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Le vicende legate al Datagate hanno portato il dibattito dai forum politici alla carta stampata. Ciò è quanto sta accadendo da qualche tempo a questa parte in Gran Bretagna dove è nata una sorta di querelle tra il quotidiano filo-conservatore Daily Mail e il politicamente indipendente The Guardian. Proprio mentre le rivelazioni di Snowden portavano sul banco degli imputati gli agenti del GCHQ (Government Communications Headquarters), rei di aver supportato le attività di spionaggio americano controllando le comunicazioni del governo italiano e dei suoi cittadini, il Daily Mail sì è lanciato in una campagna contro il The Guardian che il 25 ottobre aveva pubblicato la notizia. Secondo il Daily Mail, i reportage del The Guardian non sono che un vero e proprio regalato per potenziali terroristi che vedono nella Gran Bretagna un ghiotto obiettivo. In un’ironica vignetta, il Daily Mail “dipinge” un venditore di strada mentre porge a un individuo in passamontagna una copia del The Guardian mentre, appeso al tavolino su cui il venditore ha impilato le altre copie del giornale, un poster pubblicitario recita: "The Guardian – Secrets of MI5 and CGHQ – read all about it". Per contro, a supportare la causa del The Guardian si sono schierati numerosi editori di altrettante testate di tutto il mondo, editori che hanno mostrato nei loro editoriali la propria solidarietà al quotidiano britannico leggendo nei suoi articoli un segno di democrazia e la rappresentazione essenziale del concetto di libertà d’espressione.

Published in Europa

Nelle ultime settimane il ciclone Snowden è tornato ad abbattersi sulle relazioni euro-atlantiche e su quelle intra-europee, con la Gran Bretagna trovatasi al centro del suo occhio. Infatti, se il clima politico si era già fatto teso dopo le rivelazioni che volevano i vertici politici di Francia, Germania e Italia spiati dall’NSA assieme a una trentina di leader mondiali, le cose non sono migliorate giacché, come riporta neutralmente il Daily and Sunday Express, secondo le ultime rivelazioni di Snowden, gli 007 della Regina avrebbero collaborato attivamente con i colleghi d’oltreoceano nel carpire informazioni dal governo italiano. Parallelamente, limitandosi alla semplice illustrazione dei fatti, la BBC racconta come queste intercettazioni facciano parte di un programma chiamato Operazione Tempora attraverso il quale l’agenzia d’intelligence britannica del GCHQ (Government Communications Headquarters) avrebbe contribuito alle attività di spionaggio portato avanti dagli Stati Uniti attraverso il sistema di sorveglianza PRISM dell’NSA.

Published in Europa

CHI CONTROLLA I CONTROLLORI – DATAGATE DOCET

Lunedì, 11 Novembre 2013 23:02

In queste ore è uscita una notizia davvero importante: (http://www.repubblica.it/politica/2013/11/11/news/privacy_pi_tutele_dal_governo_dopo_datagate-70761612/) “I servizi segreti italiani, d'ora in avanti, ogni qualvolta avranno a che fare con i dati sensibili dei propri cittadini, dovranno comunicarlo all'Autority per la privacy. È il perno attorno a cui ruota il protocollo d'intesa tra il Garante e l'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Dis firmato oggi a Palazzo Chigi”.

Published in Italia

Watch Amanpour's interview with Iranian President Hassan Rouhani on CNN International on Wednesday at 1400 ET / 2000 CET

By Mick Krever, CNN

Iranian President Hassan Rouhani on Tuesday delivered his first English-language TV message to the American people in an interview with CNN's Christiane Amanpour.

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«Sulla base delle prove raccolte [...] la conclusione è che il 21 agosto 2013 sono state utilizzate armi chimiche nel conflitto in corso nella Repubblica Araba di Siria, anche contro civili, compresi bambini. [...] I campioni ambientali, chimici e medici che abbiamo raccolto forniscono prove chiare e convincenti sull’uso di razzi superfice-superfice contenenti l’agente nervino Sarin». Queste sono le conclusioni tratte dagli ispettori dell’ONU nelle quarantuno pagine dell’attesissimo rapporto sulla strage di Damasco dello scorso agosto.

Published in Medio Oriente

La tattica di rendere la Guerra illegittima

Martedì, 17 Settembre 2013 18:38

Soltanto con l’adottare la minaccia militare, l’America è stata capace di spingere la crisi siriana verso una  fase  di presenza internazionale determinante.

L’uso di armi chimiche  è stata la scintilla che poteva portare  la guerra  verso un intervento esterno. 

L’asse russo nel suo contempo  ha adottato una strategia che mira a privare gli Stati Uniti da eventuali legittimi motivi per lanciare un attacco contro la Siria.

Published in Medio Oriente

Il presidente Obama sta cercando di convincere, dobbiamo attendere almeno fino alla metà della prossima settima per il voto finale,  il Congresso   di sostenere l’azione militare contro la Siria al fine di punire il presidente Bashar Al- Assad per aver ordinato l’uccisione di centinaia di persone con gas tossico.

Ma in che cosa dovrà consistere la punizione? Obiettivi militari colpiti da missili USA? Bombardamento del palazzo presidenziale di Assad seguendo lo stile Regan che bombardò il palazzo di Gheddafi? Bersagli fissi, che potrebbero includere campi di aviazione? Per il momento sappiamo con certezza che all’attacco non seguirà una operazione “boots on ground”.

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LIGTH ATTACK - LA DIPLOMAZIA INVISIBILE

Martedì, 03 Settembre 2013 20:22

La guida suprema dell’Iran Ali Khamenei ed il Capo della Commissioni Esteri del parlamento iraniano Hossein Naqavi Hosseini hanno affermato nei giorni scorsi che un eventuale attacco occidentale assegnerebbe alla Siria il diritto di reagire contro Israele e contro le basi americane in Medio Oriente.

Russia e Cina hanno dichiarato di non accettare nessuna posizione interventista e di porre il proprio veto a qualsiasi risoluzione ONU contro la Siria, in particolare il Ministro degli Esteri Russo Lavrov ha ufficialmente chiesto di aprire una discussione alle Nazioni Unite per valutare i rischi di instabilità globale nell’area a causa di un ipotetico attacco missilistico statunitense,in considerazione del fatto che le prove di utilizzo di gas Sarin da parte di Assad non sono state documentalmente presentate.

Published in Medio Oriente

Sembra che le sole parole del neo-eletto presidente iraniano Hassan Rohani siano bastate per mettere in moto l’opinione internazionale e stimolare le varie potenze a valutare un’apertura futura verso l’Iran. Prima ancora di insediarsi ufficialmente, il presidente Rohani ha affermato che il suo futuro governo si impegnerà  ad applicare una politica di intesa costruttiva con il mondo, difendendo allo stesso tempo tutti i diritti del popolo iraniano. 

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Trasformazioni politiche imminenti

Domenica, 30 Giugno 2013 23:23

Impatti politici e di sicurezza della crisi in Siria sono a rotazione attraverso la regione. Dalla crisi politica in Turchia agli effetti della sicurezza in Iraq e in Libano. I vicini della Siria dovrebbero essere pronti ad affrontare le nuove funzionalità della crisi. La Giordania dovrebbe anche essere pronta ad affrontare vari scenari relativi alla complicazione della crisi in movimento attraverso il confine siriano. 

Published in Medio Oriente
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