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L'Unione Europea è pronta a lanciare la propria missione militare nella Repubblica Centrafricana. La decisione è stata presa all'unanimità in sede di Consiglio Europeo (20 Gennaio) e otto giorni dopo è giunta l'approvazione delle Nazioni Unite.

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INCENDIO UKRAINA

Mercoledì, 29 Gennaio 2014 08:07

Le proteste in Ucraina sono iniziate a fine novembre esattamente il 21 novembre quando il presidente Yanukovich ha arbitrariamente accantonato un accordo commerciale a lungo atteso che avrebbe “approfondito” i legami con l’UE e ha chiesto al contrario, di quello che desiderava la popolazione, un maggior sostegno alla Russia. Questo ha scatenato una serie di manifestazioni popolari pro UE che sono via via cresciute di numero e intensità.

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AFRICA UPDATE

Lunedì, 27 Gennaio 2014 22:39

A più di un anno dall'intervento francese in Mali, numerose questioni relative al contesto di sicurezza dell’intera regione restano aperte. Nonostante i gruppi terroristici operanti nel Sahel abbiano subìto alcune pesanti sconfitte, mantengono un’elevata capacità di colpire obiettivi occidentali e continuano a ripiegare in aree a scarso controllo da parte dei governi locali - come il sud-ovest della Libia - e a rafforzare le reti delle loro organizzazioni.

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MOSCA ALLA "RICONQUISTA" DELL'EUROPA PERDUTA

Giovedì, 23 Gennaio 2014 15:10

Mosca coprirà circa l'80%[1] dei costi necessari per portare a termine la costruzione di due nuovi reattori (su un totale di quattro già esistenti) nella centrale nucleare ungherese di Paks (città nei pressi di Budapest). Questo è l'accordo che il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro ungherese Victor Orban hanno siglato la scorsa settimana, concludendo una trattativa avviata nel 2009. I termini di suddetto accordo prevedono un finanziamento di 13,7 miliardi di dollari[2] (circa 10 miliardi di euro) grazie ai quali la centrale, gestita dalla MVM Group (società statale) e produttrice del 40% del fabbisogno energetico nazionale, incrementerà sensibilmente la propria capacità produttiva.

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Lunedì 20 gennaio il Consiglio Europeo si riunirà a Bruxelles per discutere di una eventuale missione militare nella Repubblica Centrafricana, paese intrappolato in un vortice di conflitti settari che ha portato le Nazioni Unite a lanciare l'allarme genocidio.

Tuttavia, i risultati del dialogo politico sono resi incerti da una serie di fattori chiave. 

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La Repubblica Centrafricana continua a precipitare nel caos, 1000 persone hanno perso la vita, circa un milione si trova senza casa, le forze francesi e quelle dell'Unione Africana cercano di riportare l'ordine nel Paese ma con scarsi risultati. Per questo motivo la Francia ha chiamato l'Europa a un diretto intervento militare ma, al momento, ad appoggiare l'operazione Sangaris sono interventuti solo pochi paesi (Belgio, Estonia e Polonia) fornendo supporto tattico, tuttavia non sufficiente.

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Polonia, fra dinamismo e crescita

Mercoledì, 08 Gennaio 2014 01:53

Occupata e sottomessa a più riprese nel corso dell’ultimo secolo, la Polonia rappresenta oggi una delle nazioni più virtuose del continente europeo, con un’economia cresciuta, dal 1989 ad oggi, del 177%, l’unica a non aver mai conosciuto periodi di recessione.

Le origini di questo vero e proprio “miracolo” vanno ricercate, a mio avviso, nella convinzione con la quale la classe dirigente polacca affermatasi dopo il crollo del regime sovietico portò avanti politiche strutturali per la trasformazione dell’economia pianificata, che all’epoca caratterizzava la vita economica di tutti i paesi orbitanti intorno a Mosca, in economia di mercato.

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Che distruggere l'arsenale chimico siriano fosse una missione complessa non è mai stato messo in dubbio ma, al momento, la situazione s'è fatta più complicata del previsto. I primi problemi sono emersi nel mese di dicembre quando l'OPAC si affannò nel cercare un modo di distruggere parte del suddetto arsenale e nessuno stato o ente privato volle farsi carico dell'onere; così l'OPAC è stata costretta a risolvere la "crisi" riesumando un'opzione precedentemente accantonata: distruggere il materiale chimico in acque internazionali a più riprese. Un secondo grande problema è emerso sul finire del 2013 sconvolgendo la tabella di marcia che l'Organizzazione si era prefissata: secondo i piani approvati nei mesi precedenti, entro il 31 dicembre 2013 gli elementi chimici più pericolosi avrebbero dovuto lasciare la Siria, tuttavia qui hanno fallito a causa delle cattive condizioni climatiche e dei continui scontri tra le truppe di Assad e i gruppi ribelli nel quadro di una interminabile guerra civile. Ora la macchina si è rimessa in moto ma i presupposti non sono dei migliori. 

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Le truppe francesi e i peacekeepers dell’Unione Africana fanno fatica ad arginare l’esplodere della violenza nella Repubblica Centrafricana (CAR), ed è per questo motivo che Parigi, in occasione del Consiglio Europeo del 19-20 dicembre, si è rivolta all’Europa in cerca di un aiuto militare e/o finanziario. L’anima della proposta Francese consiste nella creazione di una forza militare multinazionale da impiegare nel continente africano alle prime avvisaglie di una crisi. Uno strumento di questo tipo, se ben studiato, permetterebbe, in ottica futura, di bypassare la “trafila politico-diplomatica” che generalmente precede il lancio di una missione. Tuttavia, data la delicatezza della questione, il discorso è stato rinviato al primo Consiglio Europeo del nuovo anno.

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Dopo dieci anni, un aereo di Stato italiano è atterrato a Tehran con a bordo il ministro degli Esteri Emma Bonino che ha deciso di andare  a parlare di persona con il nuovo corpo dirigente iraniano e dunque con il presidente Hassan Rohani e il ministro degli Esteri Mohammad Zarif. I diplomatici italiani che accompagnano la Bonino, hanno commentato il viaggio dicendo che “anni di sanzioni economiche dell'Onu, degli Stati Uniti e dell'Unione Europea hanno messo in crisi il sistema economico iraniano. Ma la vera botta gliel'ha data la politica economica di Ahmadinejad, che ha minato il paese quasi più delle sanzioni”.

Published in Medio Oriente
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