L’offensiva militare minaccia anche il conflitto tra i membri della NATO, Turchia e Russia. Durante la notte del 2-3 febbraio Ankara ha organizzato un convoglio militare verso Idlib. Ciò ha portato a un primo scontro a fuoco tra l’esercito turco e quello siriano con perdite per entrambi. Erdoğan ha avvertito il suo (ex?) partner, Putin, che se Mosca non riuscirà a controllare Damasco, Ankara agirà. In effetti, la Russia sta guidando l’offensiva usando la sua supremazia aerea per agevolare le operazioni terrestri siriane. Affermare che la situazione è “pericolosa” è un eufemismo. Erdoğan con le sue idee di grandezza cerca di trascinare la NATO nello scontro. Ha invocato l’articolo 4 del Trattato dimenticando che ha acquistato missili antiaerei da Putin e che ha utilizzato milizie turcomanne e ex ISIS per eliminare le resistenze curde al confine con la Siria ( tutto questo in aperta violazione della Convenzione di Ginevra).
Il nuovo governo italiano appena insediato è stato chiaro: le sanzioni alla Russia vanno riviste e l’Ue deve ridiscuterne. Ma facciamo un passo indietro a quando queste sanzioni furono adottate: qual era il fine delle stesse? Si dice che le sanzioni avrebbero dovuto portare ad un generale miglioramento della situazione in Ucraina ma a distanza di ben quattro anni nulla si è evoluto in meglio. La strategia adottata si è rivelata fallimentare ed altamente lesiva specialmente per alcuni stati dell’Ue in prima linea l’Italia. Tutto questo a seguito dell’invasione russa in Ucraina.
Il 4 marzo Sergei Skripal un ex agente dell’intelligence militare russa che ha tradito decine di agenti russi suoi amici e commilitoni all’intelligence britannica, e sua figlia sono stati avvelenati con gas nervino novichok circa 10 volte più potente del sarin.
Vil Mirzayanov ex scienziato sovietico che ha contribuito allo sviluppo e a testare l’agente chimico novichok oggi espatriato in New Jersey, ha dichiarato di non avere dubbi sul fatto che il presidente russo Vladimir Putin sia il diretto responsabile considerato che la Russia mantiene uno strettissimo controllo sulle scorte di novichok.
Il primo ministro britannico Theresa May ha detto che è altamente probabile che il presidente Putin sia dietro l’attacco ed invia un ultimatum di 24 ore per dare indicazioni al governo britannico.
Dall’attendismo di Obama siamo passati all’interventismo di Trump, il gioco come al solito è truccato ed il nuovo Presidente Usa governa gli Stati Uniti sempre più a corrente alternata.
Sulla vicenda di Idlib ha dichiarato e messo in pratica la sua flessibilità peccato che lo abbia fatto senza alcun riscontro oggettivo, senza alcuna prova che il responsabile della strage sia stato Assad e senza neppure cercare di capire perché è successo e quali agenti chimici siano stati usati.
Secondo le prime informazioni raccolte, è possibile ricondurre la matrice dell’atto terroristico nella Metro di San Pietroburgo, ad una cellula estremista jihadista cecena, sembra probabile che il movente principale dell’attacco sia l’arresto da parte dell’FSB di Imran Datsayev, il capo di una milizia islamista legata allo Stato Islamico e fornitore di combattenti esperti che operano in Siria, Iraq e Turchia.
Quando si parla di disastri nucleari viene subito in mente quello del 1986 alla centrale di Chernobyl... questo perché se ne è parlato moltissimo. Ma quanti sono gli episodi analoghi avvenuti senza che vi sia stata notizia? Stando ad un dossier pubblicato sulla rivista New Scientist, elaborato dall'Istituto di biofisica moscovita, nel 1956 ben 600 persone furono ricoverate in ospedale a seguito degli effetti dovuti all'elevato numero di test nucleari condotti nel poligono di Semipalatinsk in Kazakhstan.
Since the first intervention of the Russian military in Syria, the battle against Daesh had turned to a new breadth. The terrorist group started to broaden its target map, trying to prove its capacity to rule everywhere.
A political solution for Syria seems to be top priority for both Moscow and Washington. To achieve it, Russia and the US supported two important decisions: “To stop financing terrorism” and “to impose a political settlement”.
The ceasefire agreement in Syria was imposed by a UN resolution in order to make a political settlement in Syria possible. The ceasefire will help restructure the status of various fighting groups and hopefully will put an end to the chaotic supply of weapons.
Moscow and Washington seem to have uncharacteristically reached a compromise in their positions on the issue of a political solution in Syria since Russia intervened militarily in Syria. The Russo-American rapprochement tests the political flexibility of most regional players.