La guerra civile nello Yemen è iniziata nel 2014, quando gli Houthi abbandonarono la loro roccaforte settentrionale e scacciarono il governo riconosciuto a livello internazionale da Sanaa. L’anno successivo una coalizione guidata dall’Arabia Saudita intervenne a nome del governo e col tempo il conflitto si trasformò in una guerra per procura tra Arabia Saudita e Iran. La guerra ha devastato lo Yemen, già il paese più povero della regione araba, e ha creato uno dei peggiori disastri umanitari del mondo. Russia e Cina accusano ora Stati Uniti e Gran Bretagna di aver attaccato illegalmente siti militari utilizzati dai ribelli Houthi dello Yemen per lanciare missili contro navi commerciali nel Mar Rosso, interrompendo la navigazione globale. Il vice ambasciatore statunitense Robert Wood e l’ambasciatrice britannica Barbara Woodward hanno ribattuto che gli attacchi Houthi sono illegali e che la loro “azione è proporzionata e legale contro i ribelli yemeniti e viene intrapresa per legittima difesa”. La Marina americana sta lavorando a un ritmo frenetico, schierando jet e lanciando missili per cercare di distruggere le armi e le infrastrutture degli Houthi. Woodward ha affermato che gli attacchi Houthi stanno “facendo aumentare i costi delle spedizioni globali, compresi i costi delle forniture alimentari e degli aiuti umanitari nella regione”. Ma il vice ambasciatore russo all’ONU Dmitry Polyansky e l’inviato cinese all’ONU Zhang Jun hanno sostenuto che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non ha mai autorizzato un’azione militare contro lo Yemen. Da novembre, i ribelli Houthi hanno preso di mira le navi nel Mar Rosso per chiedere un cessate il fuoco nell’offensiva israeliana a Gaza. Hanno spesso attaccato navi con legami deboli o non chiari con Israele, mettendo in pericolo la navigazione su una rotta chiave per il commercio tra l’Asia, il Medio Oriente e l’Europa. Gli Houthi affermano di agire in solidarietà con i palestinesi di Gaza, ma ciò è stato contestato dal segretario alla Difesa britannico, Grant Shapps, che ha accusato gli Houthi di essere soltanto “pirati opportunisti”. Il 12 febbraio, i militanti Houthi sostenuti dall’Iran hanno lanciato due missili dalle aree dello Yemen controllate dagli Houthi. Entrambi i missili sono stati lanciati verso la MV Star Iris, una nave mercantile battente bandiera delle Isole Marshall, di proprietà greca, in transito nel Mar Rosso che trasportava mais dal Brasile. La nave riferisce di essere idonea alla navigazione ed ha subito lievi danni e nessun ferito dell'equipaggio”. L’ambasciatore americano in Yemen, Steven Fagin, la settimana scorsa aveva avvertito che la classificazione statunitense degli Houthi come gruppo terroristico globale appositamente designato entrerà in vigore il 16 febbraio se gli attacchi non cesseranno. La designazione mira a interrompere i finanziamenti al gruppo da parte di terzi. È emerso anche che Gibuti, situata di fronte allo Yemen, al di là del Mar Rosso e forte oppositore degli attacchi israeliani a Gaza, ha rifiutato il piano statunitense di installare lanciamissili nel paese per colpire lo Yemen. In un’intervista alla BBC, il primo ministro di Gibuti, Abdoulkader Kamil Mohamed, ha affermato che agli Stati Uniti è consentito schierare sul proprio territorio solo il sistema di difesa aerea MIM-104 Patriot per proteggere le installazioni militari americane nel paese dallo Yemen. Agli Stati Uniti non è stata data la facoltà di utilizzare Gibuti come base di guerra contro lo Yemen. Il ministro degli Esteri di Gibuti, Mahmoud Ali Youssouf, ha confermato che il suo Paese non condannerà gli attacchi Houthi nel Mar Rosso e nello stretto di Bab al-Mandab, considerandoli un “legittimo sollievo per i palestinesi”. Si stima che una tipica nave portacontainer diretta al Nord Europa, ora costretta a doppiare il Capo di Buona Speranza invece che passare per il Mar Rosso, abbia quintuplicato i costi del carburante.