Dopo l’11 settembre il dibattito sul ruolo dell’Intelligence nella sicurezza delle Nazioni Occidentali si è intensificato in proporzione alla gravità dell’attacco subito e non adeguatamente previsto.
In realtà è fin dalla caduta dei regimi comunisti che le potenze mondiali uscite vittoriose dalla “guerra non guerreggiata” si interrogavano sulla reale efficacia dei propri strumenti di analisi di intelligence e security, in un contesto caratterizzato da rischi non convenzionali e minacce multidimensionali. In tutti i paesi occidentali ci si è, quindi, adoperati nel riformare strutture e modalità operative e nello sviluppare nuove capacità di contrasto nei confronti degli emergenti network criminali organizzati a livello internazionale e transazionale.
In altre parole si sono dovuti ridefinire priorità, compiti e ruoli degli organismi di intelligence in un mondo divenuto di colpo “meno sicuro”.
In questo contesto di rinnovamento si colloca Triageduepuntozero, organizzazione facente parte del Centro Europeo Orientamento e Studi (CEOS - www.ceosonlus.eu).
Triageduepuntozero associa alla quantità di dati che ogni giorno esamina la dimensione geografica delle analisi, finora, invece trattate solo con la tradizionale strategia di intelligence.
La location analisys di Triageduepuntozero fornisce, dunque, la capacità di visualizzare i dati sul territorio. Questa modalità è diversa da tabelle, report e diagrammi perché associa i dati al luogo dove si sono verificati, consentendo di visualizzare immediatamente prospettive altrimenti nascoste.
Le analisi di Triageduepuntozero consentono, quindi, di migliorare in modo significativo la fruizione delle informazioni disponibili perché i dati coinvolti includono una rilevanza spaziale, ottimizzando l’aspetto della fruibilità delle soluzioni che è sempre stata la prima importante caratteristica per il raggiungimento degli obiettivi.
Ultima modifica il Lunedì, 08 Aprile 2019 20:06
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Triageduepuntozero non è un semplice think tank bensì una vera e propria svolta nel settore dell'intelligence e dei servizi di sicurezza. Offre sempre un punto di vista alternativo che di fatto spesso corrisponde a ciò che accade nel concreto, grazie ad esperti analisti.
La squadra formata da esperti provenienti da diverse realtà, ognuno leader nel proprio settore vanta soggetti con elevate ed indiscusse capacità. La perfetta sinergia tra i componenti, rende il team di Triage uno dei più qualificati e competenti a livello mondiale.
PRESIDENTE - Amer Al Sabaileh
DIRETTORE ANALISI OPERATIVA - Claudio D'Angelo
DIRETTORE SCIENTIFICO - Sergio Giangregorio
Sergio Giangregorio
Amer Al Sabaileh
Domenico Pavone
Daniele Marchionni
Luigia Ricci Rozzi
Mario Neri
Ultima modifica il Martedì, 05 Novembre 2024 18:27
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Laureato in Ricerca sociale per la sicurezza interna ed esterna con tesi dal titolo “investigare con il motore di ricerca - Google come strumento di business intelligence".
Laureato con Lode in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza, sviluppando una tesi in collaborazione con il Ra.C.I.S. di Roma e l’azienda Leica Geosystems sulla ricostruzione della scena del crimine mediante Laser Scanner.
Master in Security Languages.
Certificato in lingua e cultura araba presso la SLEE di Perugia.
Analista di intelligence
Webmaster, webdesigner ed esperto SEO. Specializzato nella rilevazione di frodi telematiche ha collaborato ad alcune attività con il GAT della Guardia Di Finanza.
Esperto in P.P.A. (Protezione personale avanzata), analisi di attentati, sicurezza internazionale, sicurezza dei trasporti, pianificazione di eventi, analisi dei dispositivi istituzionali internazionali di protezione e scorta.
Volontario in ferma prefissata nell’Esercito Italiano (2010 -2012), assegnato alla Scuola Lingue Estere dell’Esercito.
Socio Fondatore dell’A.I.S.I.S. Associazione Italiana Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza.
Condirettore editoriale del magazine - online Convincere.
Laureato con lode in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza presso l’Università degli Studi di Perugia.
Laureando in Ricerca Sociale per la Sicurezza Interna ed Esterna (Safety and Security Manager).
Analista di intelligence perfezionato nell'analisi del rischio, nell'individuazione delle possibili minacce terroristiche e nella vulnerabilità dei siti industriali, delle infrastrutture critiche e degli obiettivi strategici.
Esperto nella gestione degli scenari di emergenza e nella tutela e la messa in sicurezza di personale operante in aree di crisi, con specifico expertise dell’area mediorientale.
Redattore per il magazine – online Convincere, svolge ricerche nel campo della diffusione dei movimenti Jihadisti in Medio Oriente e Africa, nell’applicazione della teoria dei sistemi complessi alla società e della Network Analysis nel processo di analisi d’intelligence.
Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme.
Giornalista investigativo ed analista di intelligence , come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani , al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa.
Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili.
Direttore Responsabile magazine online Convincere.
International Public Relation, Goverment Sector, Business and Human Develpoment, Strategic Analysis.
Member of the teaching staff department of the European languages and Studies University of Jordan – Amman.
Doctorate, Italian Studies University of Pisa “ Arabic and Islamic influence on the other’ s life concepts in the Mediterranean area in the medieval age.
Peace Building and Reconciliation University of Coventry, UK
Master’s degree, Education to peace , International Co – operation, Human Rights and the Politics of the European Union.
Bachelor’s degree-higher diploma, Italian and English literature-Douple Major.
Giurista ed economista. Docente in materie socio – giuridiche è autore di numerosi saggi sulle ipotesi di trasformazione della Pubblica Amministrazione.
Analista di intelligence
Capo segreteria nella XIV legislatura di un Senatore della Repubblica di maggioranza.
Consulente del Comune di Roma fino al 2008 incardinato nella segreteria dell’assessore alle politiche delle risorse umane, decentramento ed innovazione tecnologica
Componente delle giurie popolari costituenti le Corti d’appello.
Dirigente nazionale della Confederazione di Unione delle Professioni Intellettuali
Redattore del magazine – online Convincere
Laureato in computer Science (ingegneria informatica) nel Regno Unito.
Specializzato in sicurezza informatica e Cyber warfare detection and prevention e Cyber intelligence.
Analista di intelligence.
Imprenditore affermato nel settore ICT.
Ufficiale di forza armata in congedo.
Redattore del magazine – online Convincere.
Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.
Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.
Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.
Nata a Teramo nel 1960, Studi Umanistici Bibliotecario Direttore Coordinatore nel Ministero BCA. Esperta per la Sicurezza del Patrimonio Culturale Esportazioni, Falsificazioni ed antiquariato. Già segretario della Commissione per la tutela delle armi antiche e della Commissione interministeriale (Ministero della Difesa e dell’Ambiente) per la Tutela del Patrimonio artistico. Ha viaggiato a lungo nell’area caucasica specializzandosi nella conservazione e nel ripristino dei beni culturali nelle aree di crisi.
Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.
Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.
Analista Geopolitico
Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.
In servizio presso il COMANDO BRIGATA RISTA-EW come Sottufficiale Addetto alla Sezione Analisi e Produzione Intelligence, è Specialista Open source Intelligence, Esperto alla ricerca informativa come operatore Human Intelligence ed Esperto della ricezione, controllo e vigilanza dei detenuti.
Proveniente da: STATO MAGGIORE DELLA DIFESA -REPARTO INFORMAZIONE E SICUREZZA – CENTRO DI FORMAZIONE INTELLIGENCE E GUERRA ELETTRONICA; STATO MAGGIORE DELLA DIFESA -REPARTO INFORMAZIONE E SICUREZZA –INTELLIGENCE E GUERRA ELETTRONICA.
Ultima modifica il Martedì, 05 Novembre 2024 18:36
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La geopolitica, intesa come studio del rapporto tra il territorio, i popoli e le politiche, diviene uno strumento di fondamentale importanza per comprendere i rischi legati alla sicurezza. Nel corso del XX secolo diversi autori si sono interrogati circa la reale natura di questa scienza, proponendo teorie e definizioni spesso contrastanti ed ambigue. Ciò a riprova del fatto che la materia subisce spesso influenze da molteplici scienze. La geopolitica, infatti, si nutre di contaminazioni che provengono dalla sociologia, l'antropologia, la psicologia delle folle, l'economia e naturalmente dalla storia.
Si è arrivati così negli ultimi anni alle teorie di Fukuyama, Huntington, Brzezinski e Luttwak, a parlare di fine della storia o di inevitabile scontro tra civiltà, ad analizzare un mondo sempre più in movimento, caratterizzato da quello che Augè ha definito " l'eccesso del tempo", ossia dal susseguirsi incessante di fatti rilevanti che decidono il corso della storia e dei quali riusciamo con difficoltà a comprenderne ogni aspetto.
Si è arrivati soprattutto a porre gli studi geopolitici al centro di processi decisionali complessi, si è esaltato il valore che un'attenta analisi geopolitica riesce ad avere nel campo degli studi strategici e della polemologia, ossia dello studio delle guerre come fatto sociale totale. I conflitti, in una certa maniera, scuotono la storia, riscrivono confini e relazioni umane. Le identità dei popoli vengono messe alla prova insieme alla loro stessa sopravvivenza, generando a volte nuove tensioni e instabilità sociali.
Nell'intricato processo di intelligence la lettura delle informazioni non può prescindere dalla loro valenza geopolitica, ed è quindi soprattutto in questo contesto che leggere geopoliticamente la realtà ci permette di analizzare i rischi connessi alla sicurezza sociale. L'attività di intelligence, dal canto suo, diviene mezzo di penetrazione della realtà, strumento di indagine del mondo. L'intelligence si fonda su di una conoscenza profonda delle dinamiche geopolitiche ma è al tempo stesso canale di apprendimento degli stessi assetti geopolitici.
La geopolitica diviene così non solo strumento di interpretazione della realtà, ma anche di previsione. Se è vero come sostenne Clausewitz che le guerre non scoppiano d'improvviso, prima di esse si susseguono una serie di eventi, che se bene interpretati ci diranno in che modo la storia si stia muovendo. Interpretare con esattezza la realtà vuol dire instaurare rapporti diplomatici corretti, favorisce decisioni strategiche nel campo dell'economia mai superficiali.
Triage svolge quindi analisi mai banali, attraverso una continua attività di monitoraggio propone visioni complete della situazione mondiale. Valuta eventuali rischi e l'impatto delle politiche degli organi internazionali preposti al mantenimento della pace e alla salvaguardia della sicurezza collettiva.
Ultima modifica il Martedì, 04 Aprile 2017 00:26
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Nell’ambito delle ricerche e degli studi analitici che, su scala planetaria, devono delineare le evoluzioni politiche, sociali ed economiche; la caduta del muro di Berlino costituisce una data ed un evento spartiacque non solo sul piano storico, ma anche su quello metodologico delle analisi, nel senso che l’aspetto probatorio di alcune previsioni può essere comparato e quindi, quale prova indiretta, anche suffragato con una sua allocazione analitica in contesti vigenti prima del 1989. E’ trascorso un abbondante ventennio da quando i cittadini di Berlino-Est cominciarono ad abbattere quel muro, quale simbolo di divisione politica-economia e simbolo di contrapposizione ideologica, e poiché al capitalismo inteso come dottrina economica era venuto meno il nemico, sul piano sociale e filosofico doveva insediarsi una nuova dottrina interpretativa dei tempi a venire. L’improvvisa assenza di confini ideologici ha fatto pensare che da quel momento in poi tutti gli individui potessero agire su scala mondiale, e che la parola globalizzazione potesse diventare una sorta di magica lettura capace di giustificare qualsiasi fenomeno. E’ proprio così?
Al quesito va data una risposta che deve tenere conto di un aspetto basilare, ovvero che nei primissimi momenti successivi alla caduta del muro, tutto il mondo non poteva che pensare al futuro se non in una chiave super ottimistica, infatti sarebbe bastato riflettere su alcuni episodi storici dell’immediato passato (invasione di Ungheria, repressione della primavera di Praga) per ostinarsi a considerare che tutte le questioni avessero rosee soluzioni. Questa enfasi collettiva ha contagiato tutte le popolazioni mondiali, i cui rispettivi governi si sono mossi sul mutato scacchiere mondiale con azioni politiche prive di criteri corrispondenti a disegni strategici e molto prima che la politica si rendesse coscientemente conto su quale tipo di terreno muovesse la sua azione, la finanza e l’economia avevano già occupato il suo campo d’azione, ovvero l’intero pianeta, dettando alla ritardataria il nuovo tema da svolgere.
Sotto questo profilo può essere digerito l’ingresso della Cina nell’organismo mondiale del commercio WTO.
In parole povere il mondo attuale registra che i soggetti politici, sono entità molto malconce sul piano della loro salute e come infermi, lungi dalla guarigione, sono costretti ad assumere decisioni con il pesante condizionamento degli altri soggetti che la globalizzazione ha abilitato all’operatività. Non è compito nostro indicare soluzioni per superare questa fase, ma è di una solare evidenza che se prima del muro ogni mercato economico era disciplinato con regole più o meno adatte al funzionamento di ciascun mercato; la globalizzazione, correndo molto più in fretta della politica, ha unificato in pratica tutti i mercati con un aggravante non trascurabile, ovverossia le regole che prima della caduta del muro in buona parte garantivano un non scorretto svolgimento delle operazioni economiche, nel mercato unico sono in pratica sparite.
Quindi con l’inizio dell’era della globalizzazione l’accadimento su scala planetaria dei fatti più salienti, l’assunzione delle decisioni politiche e l’incremento o la restrizione dello sviluppo economico, non possono più essere analizzati con i criteri e gli strumenti d’indagine utilizzati prima della caduta del muro di Berlino; questa logica constatazione obbliga gli addetti ai lavori a prendere in considerazione altri meccanismi d’indagine che l’era globale impone. Va altresì tenuto in debito conto che , storicamente, il crollo del comunismo e dell’Unione sovietica segna un tratto di significativa discontinuità fra il prima e il dopo quell’evento; per cui, il pericolo dello scoppio delle guerre, la folla corsa agli armamenti nucleari e la supremazia assoluta della spesa militare delle varie nazioni invertono con costante progressione la loro tendenza all’aumento.
In conclusione questo Istituto, nel condurre le sue analisi, terrà conto dei fenomeni socio politici economico finanziari che sul proscenio mondiale si sono manifestati, e sullo studio di essi proporrà le tesi conclusive eventualmente richieste.
L’analisi geopolitica e, quindi, la squadra di analisti o il singolo analista, non può non imperniare le sue risoluzioni e le sue previsioni su alcuni elementi di valutazione che in base al proprio grado di conoscenza e in base alle sue capacità intellettive ed elaborative, lo condurranno ad una conclusione. Sotto questo aspetto, ogni istituto di ricerca, ogni analista ha un enorme ventaglio di opzioni analitiche che comunque non possono prescindere da determinati elementi. Per quanto ci riguarda, le nostre analisi terranno conto, seppur senza un ordine necessariamente gerarchico dei seguenti fattori: Finanza, Stupefacenti, Acqua, Materie prime, Terre rare.
I fattori che vengono di volta in volta presi in considerazione possono essere valutati come determinanti concorrenti, se in uno scenario di analisi emergono quali soggetti attivi che determinano, per effetto del loro agire, approdi alternativi. Mentre saranno valutati come determinanti parallele se in uno scenario di analisi si evidenziano come soggetti attivi che, per effetto del loro agire, determinano approdi convergenti o perfettamente sovrapponibili. Infine, alcune analisi per la loro peculiarità politica, economica e finanziaria, possono essere valutate immaginando che quegli stessi elementi di studio fossero emersi prima della caduta del muro di Berlino, quale controprova di quanto dedotto politicamente nell’analisi medesima.
Ultima modifica il Sabato, 24 Novembre 2012 17:17
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Se si produce un esame poli-analitico dell’Africa, si constata che essa è un continente che, pur avendo statisticamente numeri notevoli, sarà destinato ad essere un’espressione geografica, nel senso che sullo scacchiere planetario il suo ruolo geopolitico non può che essere marginale o, quantomeno, secondario e subalterno.
Per avere un’idea precisa dell’assoluto valore statistico dei numeri che l’Africa possiede, possiamo parametrare alcuni di essi con quelli analoghi della Cina; ebbene, secondo i rilevamenti effettuati nel 2012 su una superficie di 30.221.000 km² l’Africa vede risiedere una popolazione di 1.020.201.229 abitanti, mentre per gli stessi elementi statistici si registra che la Cina 3,15 volte più piccola dell’Africa, secondo i dati del 2011, vede risiedere sul suo territorio vasto 9.572.900 km² 1.336.718.015 abitanti; determinando una densità della popolazione per chilometro quadrato di 137 abitanti contro i 33,76 dell’Africa. Tenuto conto di questi dati, l’Africa, teoricamente, potrebbe assurgere a soggetto geopolitico di prim’ordine, ma nella realtà odierna e in quella futura, così non è non sarà; salvo, per ora impensabili mutazioni culturali e politiche.
Un dato va subito messo in evidenza, le maggiori potenze mondiali che operano sul continente sono: gli USA, parte dell’Europa con Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Portogallo; la Russia, la Cina e il Giappone. Ciascuno di questi Stati con tassi di coinvolgimento d’interessi diversi e con una finalità strategica palese: ancor prima di avviare lo sfruttamento delle risorse esistenti sui propri territori, cercano di effettuare, a condizioni possibilmente favorevoli, l’approvvigionamento di quanto sia necessario per le loro economie.
Ad eccezione degli Stati sahariani, pur non sapendo con precisione cosa nasconda nel suo sottosuolo questo vasto territorio desertico, e senza specificare gli Stati salvo qualche eccezione come il Niger ricco di uranio, dalla superficie del territorio si ottengono quasi tutti i prodotti agricoli quali: agrumi, arachidi, avena, ananas, banane, cocco, cassava, canna da zucchero, caffè, cotone, corteccia di china, cacao, copra, caucciù, datteri, frumento, gomma, yam (specie di patata), legumi, legni pregiati e legname, mais, miglio, noci, olive, papiro, patate, riso, sesamo, sorgo, soia, tè e uva; a queste attività vanno aggiunte quelle relative all’allevamento di bovini e ovini, e nei paesi del nord quello dei dromedari, nonché la pesca sia sui grandi laghi che nei mari per i paesi rivieraschi.
Il sottosuolo è ricco e sono diffuse le miniere di piombo, argento, carbone, cobalto, manganese, antimonio, diamanti, nichel, bauxite, oro, rame, ferro, fosfati, cromo, zinco, tungsteno, mica, cassiterite (da cui si estrae lo stagno), columbite, tantalite, berillio, ematite, magnetite e gas naturale. Inoltre, se si fa un pensiero attento all’utilizzazione in molti apparecchi tecnologici, come i superconduttori magneti catalizzatori componenti dei veicoli ibridi, le applicazioni di optoelettronica come ad esempio i laser neodimio-yag (Nd-Yag), le fibre ottiche (erbio), i risonatori a microonde ( le sfere di YIG, ovvero Yttrium Iron Garnet ovvero Ittrio ferro granato); i depositi naturali delle cosiddette terre rare attraggono e stimolano i famelici appetiti delle potenze mondiali e costituiscono ulteriore motivo di indagine e di analisi geopolitica.
Solo perché è evidente, non va trascurato che nel Niger l’estrazione e la commercializzazione dell’uranio è affidata alla multinazionale francese AREVA, mentre il Ghana ha concesso le licenze di vendita oltremare di petrolio alla GAZPROM; inoltre, sempre a quest’ultima, la Ghana National Petroleum Company ha anche concesso la raffinazione e la vendita delle risorse petrolifere scoperte al largo della costa ghanese. Fatta eccezione per alcuni Stati, come il Sud Africa, la maggior parte delle realtà statuali dell’Africa sono improntate alla forma repubblicana, ma tutte affette da autocrazia cronica. Proprio questo assetto produce una permanente instabilità politica con ricorrenti situazioni di rivolte, insurrezioni e disordini di carattere politico e sociale; ed una sostanziale permanenza di distrazione delle risorse dagli investimenti che ogni Stato degno di questo nome indirizza verso i settori della società che possono favorire il consolidarsi delle strutture democratiche. Su questo particolare aspetto occorre registrare che la sanità e l’istruzione, nella maggior parte degli Stati africani, versano nelle condizioni che nella prevalenza dei casi oltrepassano il limite dell’accettabile. La precarietà politica delle realtà statuali combinata alle mai superate rivalità tribali, pongono un limite invalicabile all’intero continente per l’affermazione, per la maturazione e il consolidamento di una consapevolezza politico-culturale, tale da dare all’Africa una voce di peso mondiale, non subalterna, ma protagonista sul proscenio della politica internazionale. Gli effetti di questa particolare ed involuta condizione politica si avvertono su due versanti implicitamente connessi, uno è quello che registra un alto tasso di corruzione delle classi politiche al potere e l’altro è quello che annota una svendita dei beni prodotti dal suolo e dal sottosuolo. Per completare il quadro analitico va detto che tutti gli Stati africani sono condizionati da un forte debito statale con l’estero. Senza la valutazione di questi presupposti si rischia di dare una errata interpretazione a tutti i fenomeni di turbolenza che sono a volte di natura religiosa, si pensi alle primavere arabe, oppure agli scontri tribali si pensi al Ruanda, oppure ancora di terrorismo assoluto con false motivazioni religiose, se si pensa al sud Sudan o alle stragi di cristiani cattolici in Nigeria. Va, altresì, valutato nel suo valore complessivo, l’assenza di una consapevolezza politica tesa all’affermazione di una corrente di pensiero basata su un panafricanismo che, pur tenendo conto delle oggettive distinzioni prodotte dalle particolari condizioni di alcuni Stati, sul piano sostanziale tutti o quasi tutti marciano verso una condivisa direzione. Con questi presupposti analiticamente calcolati, risulta difficile addebitare i fenomeni di fanatismo religioso, gli scontri tribali, le aggressioni terroristiche e alcune guerre fra Stati a motivazioni di natura endogena; essi piuttosto sono scientificamente fomentati e provocati dall’esterno attraverso organizzazioni terroristiche come Al qaida, il GICM gruppo islamico dei combattenti marocchini, l’M-23 il movimento di combattenti nominato marzo 23 operante in Congo, con lo scopo di creare una occorrente destabilizzazione, per realizzare le condizioni più agevoli finalizzate al perseguimento di precisi obiettivi economici. Giunti a questo punto l’analisi sarebbe lacunosa e omissiva se non valutasse i poteri finanziari, i cui perversi meccanismi operativi ( i derivati, le opzioni ecc.) che prevedono investimenti, ma data la natura del meccanismo finanziario, sarebbe più appropriato parlare di scommesse sul valore dei beni economici, tecnicamente denominati sottostante.
Nessuna analisi geopolitica può prescindere da alcuni di questi elementi di valutazione, e si commetterebbe un madornale errore se ci si soffermasse a prendere in considerazione alcune maschere dei poteri finanziari come la massoneria o quant’altro. La finanza va analizzata, per quello che è diventata dall’inizio dell’era globalizzata, ovvero un’entità a sé stante capace di influenzare e tenere al guinzaglio altri soggetti che concorrono al fluire degli eventi nel mondo.
Ultima modifica il Giovedì, 06 Dicembre 2012 21:08
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Il mondo nel quale viviamo, con i suoi mutamenti, gli sconvolgimenti, è teatro di fenomeni altamente complessi che con effetti spesso diversi interferiscono con la nostra quotidianità. Stragi, esplosioni, assalti armati, dirottamenti, agguati e molto altro ancora, rientrano in quel genere di atti, compiuti con fini politici o religiosi, al servizio del terrorismo.
La complessità del fenomeno terroristico è legata alla sua stessa natura. Studiarlo significa esplorare storie di organizzazioni politiche, movimenti religiosi, fanatismi, signori della guerra, traffici internazionali. Analizzare le connessioni tra questi e altri aspetti dei rischi globali è un compito arduo ma mai quanto oggi necessario.
Il vero campo di battaglia del terrorismo è il tessuto sociale nel quale si genera e quello in cui si diffonde, la sua potenza è dettata non solo dal numero di vittime direttamente coinvolte, quanto dagli effetti in grado di generare nella mente del resto del mondo: gli spettatori. La spettacolarizzazione dell'atto, obiettivo quasi primario del terrorista, è favorita oggi più di ieri dall'immensa diffusione dei mezzi di comunicazione di massa. Attraverso la condivisione online di video, comunicati, immagini "terrificanti", il terrorista diffonde il suo messaggio, rivendica le sue ragioni. Il terrorista di oggi è in grado di assistere in diretta all'evento trovandosi anche a migliaia di chilometri di distanza, è sempre connesso all' "altro", sa essere protagonista e spettatore, crea strutture organizzative spesso più simili a multinazionali che a movimenti politici o religiosi.
Triage è consapevole del bisogno di penetrare le basi ideologiche, gli estremismi religiosi e gli interessi finanziari che alimentano il terrorismo. Intende studiare le strutture delle organizzazioni terroristiche che operano su scala globale e locale.
In un mondo sempre più liquido e di difficile interpretazione occorre fornire analisi sempre attuali, dinamiche, adatte all'evolversi degli eventi, analisi che siano in grado di svelare quella che Bounan chiama la "logica del terrorismo". Compito fondamentale per l'analista è l'abbandono di ogni forma di contaminazione soggettiva, predisporre l'osservazione e l'interpretazione degli eventi al massimo grado di apertura mentale, rifiutando luoghi comuni molto spesso radicati anche nella testa dei decision makers. Le politiche degli ultimi anni si sono mostrate spesso superficiali e in alcuni casi lontane dalla realtà. Capire l'"altro" davvero, serve ad intuire la strada da percorrere, ad adottare le contromisure più efficaci.
Studiare il terrorismo nel modo giusto, quindi, permette di valutare i rischi ad esso connessi anche non direttamente. La minaccia terroristica non mette alla prova solo la sicurezza internazionale, la stabilità sociale e politica in molti angoli del globo, ma compromette anche l'operatività di molte realtà aziendali che premono con forza affinché i loro interessi non siano messi a rischio.
Scopo di Triage è quindi fornire chiavi di lettura sempre nuove, avere lo sguardo sempre rivolto al futuro, anticipare gli eventi con la consapevolezza che nonostante i terroristi mirino spesso a stupire e a proporre fatti "nuovi", molte altre volte è possibile prevedere l'evolversi dei fatti con alte probabilità di successo.
Ultima modifica il Sabato, 24 Novembre 2012 17:10
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«Tutti quanti noi domani mattina potremmo andare in ufficio e trovare il server completamente privo di dati, i nostri file di lavoro spariti, anni di contabilità completamente sparita. Oppure più semplicemente potremmo tornare a casa e trovarci completamente al buio, il cibo dentro il frigorifero in stato di decomposizione, non possiamo accedere al nostro conto corrente online, farci una doccia calda o semplicemente accendere la luce e tutto questo perché un hacker russo ha deciso di attaccare l’azienda per cui lavoriamo o nel secondo caso, ha deciso di atttaccare il sistema informatico dell'Enel».
Questo nuovo sistema di fare la guerra si chiama Cyberwarfare o Guerra Cibernetica. Questo modo di fare la guerra con il computer che può colpire chiunque, dovunque e in qualunque momento.
Il concetto di guerra convenzionale è molto lontano, non servono munizioni o pezzi di artiglieria. Silenziosamente ha lo stesso effetto devastante dei peggiori bombardamenti della storia, e spesso l’individuo, l’organizzazzione o lo stato sovrano che organizza il Cyber attacco, non lascia tracce. Questo modo di “Guerreggiare” sta sconvolgendo il modo di vedere, intendere e combattere la guerra, e sta scombinando addirittura il concetto stesso di "nemico” , infatti mentre prima serviva un organizzazione efficiente con a disposizione ingenti quantità di denaro da investire in armamenti, oggi l’offensiva di una guerra cibernetica può essere sferrata da un ragazzo di 15 anni con a disposizione un Pc e una rete internet. Ma cos'è esattamente la guerra cibernetica? con il termine Cyber Warfare ci si riferisce al complesso di attività difensive (cyber-security) e offensive (cyber-attack) condotte mediante l’uso combinato e distribuito di tecnologie elettroniche, informatiche e infrastrutture di telecomunicazione. Che prevedono l’intercettazione, la manipolazione o la distruzione dell’informazione e dei sistemi di comunicazione degli avversari». In parole povere: la guerra ai tempi di Internet e della rete delle comunicazioni globali. Oggi i governi mondiali stanno come non mai investendo ingenti quantità di denaro nella ricerca di tecnologie Cyberwarfare prevention and Cyber-attack, le nazioni che spiccano sulla ricerca, a differenza di quello che possiamo pensare, sono nazioni come la Serbia, Svezia, Egitto e la Russia . Una nuova era, nuovo modo di guerreggiare e tutto da rifare, vedremo a breve la stesura di una nuova Convenzione di Ginevra?
Ultima modifica il Sabato, 08 Dicembre 2012 16:14
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HUMan INTelligence ovvero attività di raccolta di informazioni mediante fonti umane attraverso contatti interpersonali. Triage vanta una rete formidabile di informatori, mettendo a sistema e verificando le notizie nonché testimonianze provenienti "dal campo".
Ultima modifica il Giovedì, 22 Novembre 2012 18:10
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Open Source INTelligence ovvero attività di raccolta di informazioni mediante la consultazione di fonti di pubblico accesso come internet e media. Triage utilizza e sviluppa piattaforme a supporto dell'attività di intelligence adattando strumentazioni Open Source.
Ultima modifica il Giovedì, 22 Novembre 2012 18:09
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Per contattare Triage inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ultima modifica il Martedì, 26 Febbraio 2013 05:10
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