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24-04-2025

SHADOW WAR

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Israele non ha escluso un attacco agli impianti nucleari iraniani nei prossimi mesi, nonostante il presidente Donald Trump abbia detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che per ora gli Stati Uniti non sono disposti a sostenere una simile azione. Gli israeliani hanno promesso di impedire a Teheran di acquisire un'arma nucleare e Netanyahu ha insistito sul fatto che qualsiasi negoziazione con l'Iran dovrà portare allo smantellamento completo del suo programma nucleare. Negli ultimi mesi, Israele ha proposto all'amministrazione Trump una serie di opzioni per attaccare le strutture iraniane, alcune delle quali con tempistiche che vanno dalla tarda primavera all'estate. I piani includono un mix di attacchi aerei e operazioni di commando di varia intensità che potrebbero rallentare la capacità di Teheran di sviluppare il suo programma. Una guerra tra Israele e Iran, che comporterebbe indubbiamente un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, sarebbe catastrofica per gli interessi degli Stati Uniti e per tutto il Medio Oriente. Netanyahu considera da tempo l'Iran la principale minaccia per Israele e ha cercato per decenni di convincere gli Stati Uniti ad attaccare l'Iran. L'attacco segnerebbe una svolta clamorosa nella "guerra ombra" che dura da decenni tra Iran e Israele. Netanyahu e i suoi sostenitori a Washington considerano il problema esistenziale. Dagli anni '90, Netanyahu ha lanciato l'allarme per l'imminente sviluppo di armi nucleari da parte dell'Iran, spesso sollecitando gli Stati Uniti a intraprendere un'azione militare diretta contro Teheran o implorandoli di farlo per conto loro.

Questo sforzo è stato accompagnato da tentativi clandestini da parte di Israele di sabotare il programma nucleare iraniano, come gli assassini mirati di importanti scienziati .Oggi rimangono due possibilità: gli Stati Uniti e Israele collaborano in un attacco contro i siti nucleari iraniani, a cui seguirà l'ultimatum di Trump, secondo cui l'Iran dovrà smantellare completamente il suo programma nucleare militare, oppure Israele attacca gli impianti nucleari israeliani senza la diretta cooperazione degli Stati Uniti, ma con il tacito consenso della Casa Bianca. Ci sono stati precedenti. Nel 2011 Netanyahu aveva ordinato al Mossad e alle IDF di prepararsi a un attacco contro l'Iran entro 15 giorni. Eppure, l’allora capo del Mossad, Tamir Pardo, e il capo di stato maggiore Benny Gantz, membro chiave dell'opposizione nel gabinetto di guerra di Netanyahu, avevano messo in dubbio l'autorità legale del Primo Ministro di impartire un simile ordine senza l'approvazione del governo. Netanyahu fece marcia indietro. Nell'aprile 2024, Israele bombardò l'ambasciata iraniana a Damasco, uccidendo 16 persone, tra gli obiettivi, vi erano una mezza dozzina di ufficiali di alto livello del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). L'IRGC lanciò un ampio attacco di rappresaglia con droni contro Israele e le alture del Golan occupate da Israele. Di recente, il quotidiano tedesco "Bild" ha rivelato che l'inviato statunitense in Medio Oriente, Steve Witkoff, ha annunciato l'intenzione di Washington di consegnare a Israele uno dei più potenti sistemi d'arma non nucleari, noto come la "Madre di tutte le bombe". Con un peso di quasi 10.000 kg, la bomba GBU-43/B Massive Ordnance Air Blast (MOAB) può distruggere bunker sotterranei in profondità. La resa esplosiva è paragonabile a quella di piccole armi nucleari tattiche. Ma per ora, il Pentagono ha smentito la notizia. A gennaio 2025, l'intelligence militare statunitense aveva già valutato che, in assenza di un accordo, Israele avrebbe probabilmente colpito gli impianti nucleari iraniani, molto probabilmente l'impianto di arricchimento di Fordow, un impianto sotterraneo iraniano per l'arricchimento dell'uranio a 32 km dalla città di Qom, nella prima metà del 2025. Dal punto di vista di Israele, questo potrebbe essere il momento giusto per attaccare gli impianti nucleari iraniani.

Mario Neri

Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.

Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.

Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.

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