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28-01-2013

Destabilizzazioni e rischi per la sicurezza in Nord-Africa Featured

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Daily Update 28/01/2013

L'intervento da parte delle truppe francesi nel nord del Mali produrrà nel breve-medio termine un incremento di attività terroristiche nelle aree adiacenti, le zone confinanti del Niger potranno subire incursioni da parte di miliziani islamisti in fuga dal Mali a causa dello scarso controllo del confine da parte delle forze di sicurezza del Niger. È opportuno ricordare che alcuni dei terroristi coinvolti nell'attacco di In Amenas si ritiene provenissero dal Niger, a conferma della vulnerabilità dei confini e del carattere regionale delle destabilizzazioni.

Funzionari diplomatici occidentali e altri obiettivi strategici potrebbero diventare oggetto di attacchi nelle città di Niamey e di rapimenti nelle aree desertiche a causa dell'aumento di sentimenti ostili nei confronti del personale occidentale dovuto alle operazioni in Mali.

Anche le regioni settentrionali del Burkina Faso (Oudalan, Soum, Loroum), caratterizzate dalla presenza di militanti islamisti, potranno subire un aumento di attività terroristiche, si consiglia quindi al personale straniero di evitare spostamenti nell'area. Anche le missioni diplomatiche di Ouagadougou o obiettivi militari potranno subire attacchi. Si ritiene invece che a sud della capitale la situazione dovrebbe mantenersi in condizioni di sicurezza.

Le aree est e sud-est della Mauritania presentano un alto rischio di incursioni da parte di militanti provenienti dal Mali. Il governo di Nouakchott ha confermato che nelle aree tra Bassiknou e Kubanni, nella regione di Hodh el Gharbi, è stata implementata la presenza di militari. Le aree al confine con il Mali sono state dichiarate "zone militari", è quindi necessario essere in possesso di speciali permessi per viaggiare nella zona.

Nigeria

Permane un alto rischio di attentati da parte del gruppo Boko Haram o dalla fazione Ansaru nei confronti di personale o strutture appartenenti alle forze di sicurezza.

Il 19 gennaio uomini armati, presumibilmente legati ad Ansaru, hanno attaccato due bus che trasportavano militari a Kogi vicino ad Okene, sulla strada Okene - Lokoja. Si ritiene che l'attacco sia legato alle operazioni francesi in Mali. Ansaru già in passato è stata autrice di rapimenti di stranieri, pertanto il rischio di sequestri da parte di militanti islamisti nelle regioni del nord rimane alto. La capitale Abuja potrà essere oggetto di attacchi da parte di Boko Haram, come già accaduto in precedenza.

L'intervento francese in Mali potrebbe portare nel breve termine un aumento delle attività terroristiche in Nigeria come forma di sostegno da parte dei militanti Nigeriani ai gruppi islamici del Mali.

Mali

Le regioni di Ségou e del Mopti presentano attualmente il rischio maggiore in quanto teatro di combattimenti tra islamisti e soldati francesi. Si temono molto incursioni a sud di Ségou da parte di militanti islamisti, in seguito agli scontri avvenuti il 16/01 avvenuti a Niono, 300km a nord di Bamako. Il dispiegamento di truppe francesi a Markala dovrebbe evitare però che le milizie islamiste riescano a compiere attacchi a sud si Sègou.

La presenza militare francese è in fase di ampliamento, si stima che il personale francese presente superi le 2500 unità. Le truppe hanno assicurato il ponte di Markala (Ségou) sul fiume Niger al fine di garantire gli spostamenti verso la capitale Bamako a sud.


Nella notte tra il 25 e il 26 gennaio i militanti hanno fatto esplodere un ponte a Tassiga, nella regione di Gao, in prossimità del confine con il Niger. Mentre il 26/01 le truppe francesi hanno riconquistato l'aeroporto di Gao ed un ponte altamente strategico nel sud di Gao.Mali-update-28-genaio-2013

Nella giornata del 27/01 le truppe francesi hanno preso il controllo dell'aeroporto di Timbuktu, roccaforte degli islamisti. In seguito all'intervento militare, molti miliziani stanno ripiegando verso le regioni di Ségou, del Mopti e verso il Kidal, dove ha base AQIM; i gruppi islamisti potrebbero presto spostarsi inoltre verso la regione montuosa dell'AÏr in Niger.

Anche il sud della Libia potrebbe essere interessata da questo fenomeno, sia a causa della scarsa efficienza delle forze di sicurezza libiche, sia per gli stretti legami che questi gruppi intrattengono con i miliziani libici.

Timbuktu-Airport

Pertanto:

Gruppi terroristici come AQIM o il Movimento per l'unità e la Jihad in Africa Occidentale (MUJWA) tenteranno rapimenti del tipo "mordi e fuggi" in aree finora ritenute sicure, la valutazione dei rischi quindi non dovrà essere basata esclusivamente sulle informazioni finora raccolte circa la presenza sul territorio di gruppi militanti. Il conflitto in corso in Mali sta scatenando reazioni ostili da parte di gruppi jihadisti che tenteranno di penetrare aree ritenute finora sicure. La conquista da parte dei militari francesi di territori appartenenti alle milizie islamiste non sarà sufficiente a garantire la messa in sicurezza della regione.
Sarà necessario intercettare i militanti nelle aree desertiche, ed evitare che questi tentino di rientrare nel Paese, il che comporterà notevoli difficoltà.
Gli ultimi eventi dimostrano una matrice interregionale della militanza jihadista, il che invita a valutare con la massima cautela le ripercussioni dell'intervento in Mali sulla sicurezza dell'intera regione del Sahel oltre che delle regioni meridionali dell'Algeria e della Libia.
Nonostante l'attacco di In Amenas non possa essere ricollegato direttamente al conflitto in Mali, l'aumento di attività terroristiche in Algeria è da ritenersi altamente probabile e i gruppi islamisti presenti nell'area potrebbero insistere in attività di sequestro di personale straniero, nonché dimostra un'alta specializzazione operativa da parte dei gruppi jihadisti presenti nella regione del Sahel.

© RIPRODUZIONE RISERVATA.

Claudio D'Angelo

Laureato con lode in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza presso l’Università degli Studi di Perugia.
Laureando in Ricerca Sociale per la Sicurezza Interna ed Esterna (Safety and Security Manager).
Analista di intelligence perfezionato nell'analisi del rischio, nell'individuazione delle possibili minacce terroristiche e nella vulnerabilità dei siti industriali, delle infrastrutture critiche e degli obiettivi strategici.
Esperto nella gestione degli scenari di emergenza e nella tutela e la messa in sicurezza di personale operante in aree di crisi, con specifico expertise dell’area mediorientale.
Redattore per il magazine – online Convincere, svolge ricerche nel campo della diffusione dei movimenti Jihadisti in Medio Oriente e Africa, nell’applicazione della teoria dei sistemi complessi alla società e della Network Analysis nel processo di analisi d’intelligence.

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