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Gli accordi di Minsk sono stati firmati l’11 febbraio. Per capire come si stia evolvendo la situazione in Ucraina orientale, Triage pubblicherà settimanalmente un aggiornamento al fine di osservare lo status d’implementazione di quanto previsto ai primi tre punti dell’accordo raggiunto nella capitale bielorussa:

1.      Cessate-il-fuoco immediato e totale (entrato in vigore dalla mezzanotte locale del 15 febbraio),

2.      Ritiro di tutte le armi pesanti da parte di entrambi gli schieramenti,

3.      Monitoraggio e verifica dei punti 1 e 2.

Martedì, 10 Marzo 2015 21:25
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Gli accordi di Minsk non reggono. A quasi due settimane dall’incontro avvenuto nella capitale bielorussa l11 febbraio, la situazione in Ucraina orientale non da segni di miglioramento. I primi tre punti dell’accordo non hanno ricevuto attuazione: il cessate il fuoco non è stato rispettato, le armi pesanti non sono state ritirate, l’attività di monitoraggio dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa è stata assai limitata. Conferme circa la violazione del cessate il fuoco arrivano direttamente della Special Monitoring Mission (SMM) dell’OSCE[1] che fa notare come si continui a sparare, specialmente nella Repubblica Popolare di Donetsk e presso l’aeroporto della Capitale.

Martedì, 24 Febbraio 2015 14:06
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Dei vari punti che compongono il nuovo accordo raggiunto a Minsk l’11 febbraio, tre – almeno nell’immediato – sono da considerarsi di vitale importanza:

  1. 1)      il cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte del 15 febbraio (ora locale),
  2. 2)      il ritiro delle armi pesanti da parte dei due schieramenti[1],
  3. 3)      il monitoraggio, da parte degli ispettori dell’OSCE, di quanto stabilito ai punti 1 e 2.

Ebbene, a sette giorni dall’incontro in Bielorussia, la situazione non ha registrato grandi miglioramenti.

Mercoledì, 18 Febbraio 2015 18:02
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Appuntamento fissato a Minsk nella giornata di mercoledì 11 febbraio.  Obiettivo? Cercare di riportare le parti al tavolo delle trattative, dopo che gli accordi firmati nel settembre scorso non hanno avuto gli effetti sperati: la crisi in Ucraina, che dall’aprile 2014 ha causato oltre cinquemila vittime, invece di spegnersi gradualmente si è pericolosamente riaccesa e continua a crescere d’intensità. 

Il rischio di oltrepassare una soglia oltre la quale non sarà più possibile tornare indietro ha spinto i leader di Francia e Germania a chiedere un nuovo incontro con Mosca e Kiev. Tuttavia, come sostenuto dal Segretario agli Affari Esteri britannico Philip Hammond, non si può nemmeno parlare di un Minsk Plus dal momento che non esiste un testo pronto a essere firmato . Nella capitale bielorussa sarà proposto un pacchetto di misure per arginare la crisi e si cercherà di trovare un’intesa fondamentale che possa poi portare alla firma di un nuovo e definitivo accordo.

Lunedì, 09 Febbraio 2015 17:59
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26 gennaio 2015. Sono passati nove mesi e undici giorni da quando, il 15 aprile 2014, il presidente ucraino ad interim Oleksandr Turčynov annunciò l’inizio di una operazione di antiterrorismo volta “a proteggere i cittadini ucraini, a fermare il terrore, a fermare il crimine e a fermare i tentativi di fare a pezzi il nostro paese [l’Ucraina N.d.R.]”[1]. Chiunque si aspettasse una campagna veloce e indolore si sbagliava.

Aprile-giugno 2014. Le forze ucraine concentrano inizialmente la loro attenzione su Donetsk. Poi, il 22 aprile, un’operazione militare viene lanciata nell’Ucraina orientale per riprendere controllo delle altre aree occupate dai separatisti. I combattimenti più violenti si registrano nei pressi delle città di Sloviansk, Lugansk, e Donetsk.

Luglio 2014. L’esercito mandato da Kiev riesce a riprendere controllo di Sloviansk mentre i separatisti abbandonano la città e le posizioni circostanti (5 luglio). Fino alla fine del mese, l’esercito e i paramilitari filorussi continuano ad affrontarsi principalmente presso Donetsk e Lugansk. Secondo il Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa ucraino (CNSD), questi ultimi si trovano in difficoltà e sembrano perdere lentamente terreno sia attorno a Donetsk sia nella parte meridionale dell’Oblast di Lugansk.

Agosto 2014. L’esercito ucraino riesce progressivamente ad avanzare, vicino a Donetsk, su buona parte del territorio occupato dai separatisti. Allo stesso tempo però, proprio le forze filorusse riescono a prendere controllo di una sezione del confine con la Russia nei pressi di Lugansk e a porre una testa di ponte nell’Ucraina meridionale nei pressi della citta di Novoazovsk.

Lunedì, 26 Gennaio 2015 19:30
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The way Netanyahu appeared during Paris march against terrorism shows the desire of the Israeli Prime Minister to change the recent American and European pressure that Netanyahu is suffering from his role in derail Kerry’s peace proposal, refusal to stop the settlements etc. suddenly Paris attacks turned to be a manifestation of an anti-Semitism, and Jews of Europe became the main target of these attacks.

Domenica, 18 Gennaio 2015 18:10
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Finalmente l’Unione Europea ha deciso, i governi e le forze di sicurezza dovranno lavorare più strettamente al fine di controllare le minacce e le violenze di matrice terroristica come quelle avvenute a Parigi la scorsa settimana.

Così come la Francia ha schierato le proprie truppe per le strade, il primo ministro Ungherese ha chiesto formalmente all’Europa di chiudere le porte all’immigrazione, e molti paesi dell’Unione stanno pensando di cambiare le regole di viaggio “senza passaporto”.

Giovedì, 15 Gennaio 2015 10:38
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Pubblicato in data 8 dicembre 2014:

Europe faces challenging waves of terrorism

With the list of countries targeted by terrorism growing, we are starting to see an impact on the internal policies of various other countries also impacted. Concern is particularly growing in Europe as a result of the level of involvement many of its citizens and residents have in these terrorist groups.

Concern is growing amongst citizens, security officials believe the risks are increasing and Europe is a potential target and are calling for an effective strategy to be implemented. There are growing signs of radicalization across Europe. Aside from exploitation of human rights, social services and the more effective facilitation of daily life are major challenges that Europe already faces.

Domenica, 11 Gennaio 2015 00:53
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La nuova bussola quotidiana intervista Amer Al Sabaileh

"L'Europa non chiuda gli occhi sui suoi nemici interni" di Stefano Magni

Dopo due giorni e mezzo di inseguimento, 3 sospetti jihadisti uccisi e almeno 4 ostaggi morti, due azioni di fuoco simultanee a Parigi (Porte de Vincennes) e a Dammartin-en-Goele, l’incubo iniziato con la strage nella redazione del Charlie Hebdo, a Parigi, sembra finito. La Francia e tutti i Paesi europei si interrogano su che tipo di “mostro” stiano affrontando.

Sabato, 10 Gennaio 2015 10:11
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Situazione gravissima in Europa,  fonti riservate indicano Italia e Spagna come prossimi possibili target di azioni terroristiche.

Servizi Segreti e Viminale hanno già attivato le previste procedure di prevenzione e contrasto. 

Venerdì, 09 Gennaio 2015 20:05
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