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Austria allarme Islam

Saturday, 05 May 2018 17:04

Il significativo mutamento demografico e religioso in atto in Austria che tradizionalmente è sempre stato un paese cattolico sembra ormai inarrestabile.

Nella capitale austriaca la popolazione di religione musulmana supera il 12,50% (dati dicembre 2017).

Gli studenti musulmani sono ormai più numerosi degli studenti cattolici nelle scuole medie e superiori, e stanno per diventare i primi anche nelle elementari.

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THE TIME OF THE ULTIMATUM IS FINISHED

Friday, 16 March 2018 18:18

On March 4 Sergei Skripal a former Russian military intelligence agent who betrayed dozens of Russian agents his friends and fellow soldiers to British intelligence, and his daughter were poisoned with Novichok nerve gas about 10 times more powerful than sarin.

Vil Mirzayanov, a former Soviet scientist who has contributed to the development and testing of the Novichok chemical agent who is now expatriated in New Jersey, has stated that he has no doubt that Russian President Vladimir Putin is directly responsible because Russia maintains very close control over stocks of novichok.

British Prime Minister Theresa May said that President Putin is most likely to be behind the attack and sends a 24-hour ultimatum to give directions to the British government.

 

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The European Union has invited Prime Minister Theresa May to resolve the border issue, about 500km, between the Republic of Ireland, an EU member and the province of Northern Ireland, which is part of the United Kingdom.

It is the only land border between the United Kingdom and the EU except of course Gibraltar.

Theresa May stated that the whole of the United Kingdom will leave the EU single market and the customs union.

The European Union has instead insisted that the negotiations can not go on unless Britain agrees on the customs regulations, they must remain unchanged on both sides of the Irish border once the Brexit has been carried out and moreover, Brexit should not lead to the creation of a "Hard Border" with Northern Ireland.

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Turchia: Yildirim nuovo Primo Ministro

Thursday, 09 June 2016 19:22

Sul fronte interno si registra un significativo cambio di passo dal punto di vista politico, il ministro dei trasporti Binali Yildirim è stato nominato Primo Ministro turco dall'AKP, il partito di governo. Yildirim succede a Ahmet Davutoglu e rappresenta un elemento di stabilità per l'esecutivo di Ankara, si tratta infatti di un esponente molto vicino alle posizioni politiche del presidente Erdogan. La nomina di Yildirim rafforzerà quindi la posizione di Erdogan, minacciata dalle continue tensioni con il Primo Ministro uscente Davutoglu. Molto probabilmente si assisterà ad un riavvicinamento tra la leadership dell'AKP e il presidente, offrendo un'immagine di unità e sintonia tra le due entità. 

La scelta di Yildirim, fedelissimo di Erdogan, è frutto sia della volontà della presidenza che della larga maggioranza dei membri dell'AKP, requisito ritenuto indiscutibile dal partito per la nomina di un nuovo primo ministro; la nomina di Yildirim inoltre contribuirà a togliere voce agli esponenti del partito più critici alla linea politica promossa da Erdogan. Yildirim, come già anticipato da lui stesso, si impegnerà nel breve termine per introdurre un sistema presidenziale tramite la modifica della costituzione turca, che sarà presentata al parlamento entro metà luglio. Sul fronte estero pesano le tensioni con l'UE, specialmente circa la questione dei migranti. Bruxelles chiede ad Ankara di rivedere le leggi che riguardano il reato di terrorismo come condizione per ottenere l'esenzione del regime dei visti nell'area Shengen per i cittadini turchi, ipotesi rifiutata categoricamente da Erdogan. Ankara però minaccia Bruxelles di non impedire più il passaggio in Europa di oltre 3 milioni di migranti, attualmente in Turchia; questa mossa di fatto potrebbe costringere i paesi europei a cedere su alcune tematiche. Il flusso commerciale tra la Turchia e l'UE ammonta a circa 140 miliardi di euro, in più oltre il 65% degli in-vestimenti in Turchia provengono da paesi europei: questi dati suggeriscono che Ankara non interromperà il processo di adesione all'UE, nonostante continue fasi di stallo e momenti di forte tensione con Bruxelles. Il premier Yildirim si è detto convinto a incrementare il numero dei paesi alleati e di ricostruire proficue relazioni diplomatiche, tuttavia la linea portata avanti da Erdogan lascia presupporre che la Turchia non giungerà a distensioni significative in politica estera nel breve termine; il caso più evidente è quello dei rapporti con Mosca, i due paesi stentano infatti a ristabilire relazioni costruttive. 

Dal punto di vista della sicurezza interna e regionale la Turchia mantiene una posizione di rilievo. Nei primi giorni di giungo il governo ha annunciato il termine delle operazioni antiterrorismo nei confronti dei combattenti del PKK nelle città di Nusaybin, nella provincia di Mardin, e nella provincia di Sirnak. Le attività di re-pressione hanno portato alla morte di circa 1000 combattenti curdi da metà marzo, le tensioni tra governo e PKK erano aumentate notevolmente nel luglio 2015, con la fine del cessate il fuoco tra le parti. Ankara è estremamente preoccupata dal sostegno offerto dalle forze USA ai combattenti delle Unità di Mobilitazione Popolare Curde (YPG) che operano in Siria, impegnate a prendere il controllo della città di Manbij e dell'intero territorio compreso fino al confine con la Turchia; Ankara teme poi la creazione di una regione autonoma curda che attraversa Siria, Turchia, Iraq e Iran, in grado di rilanciare la posizione del PKK. 

Non cessano poi gli attentati nelle principali città turche. Da luglio 2015 sono oltre 200 le vittime di attacchi terroristici in territorio turco, compreso l'ultimo avvenuto il 7 giungo contro un bus della polizia, target preferito dagli attentatori negli ultimi mesi. Il governo punta il dito contro il PKK, trovando così il pretesto per insistere nelle operazioni di repressione nel sud-est del Paese.

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Bruxelles, la cible idéal

Thursday, 24 March 2016 14:04

Ils ont choisi Bruxelles parce que cette ville est le symbole de l’Europe qui a abandonnée ses idéaux pour une paix jamais eu. Ils ont choisi Bruxelles parce que en Belgique les djihadistes ont été tolérés pendant des années jusqu’à avoir une véritable hégémonie ethnique. 

 

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DO NOT LET US CALL STATE

Wednesday, 25 November 2015 12:22

Do not let us call state, it is not, not combatants are only murderers, we use a jargon that a semantic level reduces the popularity of this N. I. S. (Not Islamic State) because i would call not Islamic state is going to write always lowercase.

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LA FRANCIA SOTTO ATTACCO

Saturday, 14 November 2015 15:46

In una Europa senza univoche strategie di prevenzione al terrorismo la Francia subisce un attacco senza precedenti con un bilancio di oltre 100 morti e numerosissimi feriti.

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Ucraina: la “partita” continua

Thursday, 13 August 2015 14:00

Oltre sei mesi dopo la firma posta sugli accordi di Minsk, la situazione in Ucraina orientale non offre garanzie. Eppure, durante il mese di luglio, è stato registrato un numero di violazioni del cessate il fuoco inferiore rispetto ai mesi precedenti. Una lettura in chiave scettica è, tuttavia, obbligatoria dato il re-intensificarsi degli scontri nelle ultime 24/48 ore. La città di Donetsk e il villaggio di Shyrokyne continuano ad essere epicentro dei “combattimenti” tra le forze ucraine e quelle indipendentiste, e lungo tutta la linea di contatto la tensione resta alta. Inoltre, la popolazione civile continua a far fronte a serie problematiche, quali la mancanza di acqua, energia elettrica, assistenza medica etc.[1]

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The purpose of this short report is to sum up what happened in May and June in Donbass region and to outline the most relevant issues that civilians have to face.

Fighting between Ukrainian Army and DPR-LPR forces aside, people are struggling with:

1-      Lack of water, electricity, gas and fuel;

2-      Presence of mines and/or unexploded ordnance (UXOs);

3-      Economic problems;

4-      Health Care-related issues;

5-      Issues related to civilians’ freedom of movement.

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Tsipras asked no to square

Saturday, 04 July 2015 22:17

The referendum question on Sunday is not obvious as it seems in favor of the greek prime minister. Greece production has decisively turned away from Tsipras that in fact has never loved in a special way. Traders, small and medium entrepreneurs together oligarchy shipowners July 5 will vote "Nai" is "yes" in greek, because they want to remain firmly bound to the Euro and Europe. This week in the television debates has highlighted the great fear of the jump in the dark in case of a possible victory of the no, traders have considered absolutely negative to the total isolation that could materialize with the exit of Greece from the euro.

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