L' elezione di papa Leone XIV è stata festeggiata non solo negli Stati Uniti ma anche in tutta l'America Latina, dove molti lo hanno acclamato come il secondo pontefice sudamericano, dopo il suo predecessore argentino, Francesco. La notizia ha suscitato particolare esultanza in Perù, dove visse e lavorò per oltre 20 anni e dove ottenne la cittadinanza nel 2015. Nella capitale, Lima, le campane della cattedrale suonano a festa. Nella sua prima apparizione dal balcone del Vaticano, Leone XIV è passato improvvisamente dall'italiano allo spagnolo per rivolgersi ai fedeli "della mia amata diocesi di Chiclayo, in Perù", dove servì come vescovo per oltre un decennio. Prevost era sicuramente uno dei principali candidati al papato da quando Francesco lo aveva scelto per guidare il potente Dicastero per i vescovi del Vaticano, che esamina le nomine dei vescovi in tutto il mondo. C'era da sempre un tabù su un papa statunitense, dato lo status di superpotenza americana nel mondo laico, ma Prevost ha prevalso, forse perché oltre che statunitense è anche cittadino peruviano e ha vissuto per anni in Perù, prima come missionario e poi come vescovo. Francesco, il primo papa latinoamericano, aveva chiaramente messo gli occhi su Prevost e per molti versi lo vedeva come il suo erede. Ha inviato Prevost a guidare una diocesi complessa in Perù nel 2014, per poi portarlo in Vaticano nel 2023. All'inizio di quest'anno, Francesco ha elevato Prevost ai ranghi più alti della gerarchia cardinalizia, conferendogli un prestigio in vista del conclave che pochi altri cardinali hanno avuto. Dal suo arrivo a Roma, Prevost aveva mantenuto un basso profilo pubblico, ma era ben noto agli uomini importanti del Vaticano.