Di recente, la comunità dell'intelligence statunitense ha comunicato che Daesh e Al Qaeda in Afghanistan potrebbero avere la capacità di condurre operazioni internazionali, potenzialmente anche attacchi agli interessi statunitensi, in meno di sei mesi, confermando che le organizzazioni terroristiche hanno intenzione di farlo.
Mentre l'Afghanistan continua ad affrontare serie preoccupazioni per la sicurezza, ci sono anche segni del ritorno dell'ISIL in Iraq. Secondo le forze di sicurezza del Paese, l'ultimo attacco terroristico ha ucciso almeno 11 civili e molti altri sono rimasti feriti nell'attacco dell'Isis al villaggio di Al Hawasha, nella provincia di Diyala, nell'Iraq orientale.
C'è un grande simbolismo nell'incontro di questa settimana a Roma dei ministri della Global Coalition to Defeat Daesh, che si riuniscono di persona dopo due anni. La rifocalizzazione sulla lotta al terrorismo riporta indietro le priorità e mette da parte le controversie politiche, offrendo anche l'opportunità di rimodellare le coalizioni politiche.
Non ci sarà una terza guerra del golfo.
Il target killed del Generale Soleimani deve essere inquadrato nella necessità del governo USA di ristabilire gli equilibri proporzionali nell’area, tali da riportare gli americani ad un totale controllo dell’espansione iraniana.
L’azione dei militari Usa non può essere messa in relazione alla politica interna statunitense ed ai problemi del Presidente.
L'operazione dei militari turchi che rotola nella Siria nord-orientale è una manifestazione della necessità del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di spostare l'attenzione dal crescente caos all'interno del suo Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP). In seguito alla perdita delle recenti elezioni municipali a Istanbul e alla frammentazione del partito da lui fondato, tra cui la caduta con vecchi alleati, Erdogan aveva bisogno di consegnare qualcosa per ripristinare la reputazione dell'AKP e lui stesso per evitare un'ulteriore frammentazione. Quindi, in molti modi, questo conflitto è la battaglia di Erdogan.
Il rischio di una nuova ondata di terrorismo globale potrebbe presto aumentare, poiché Daesh sta cercando di rigenerarsi dopo la sconfitta in Siria e Iraq. Le attuali dinamiche in Siria in realtà favoriscono il riavvio delle attività del gruppo. Confusione e caos regnano nel nord del paese mentre la battaglia di Idlib continua. I combattimenti in Idlib potrebbero essere una delle ultime battaglie decisive contro la roccaforte di un estremista, ma se non si risolveranno presto, potrebbero portare alla diffusione di combattenti, molto probabilmente in Asia centrale o in Libia.
L’arretramento della Fratellanza Musulmana giordana all’interno del panorama politico del paese, viene confermato dalla recente sconfitta del gruppo islamista alle elezioni per uno dei maggiori sindacati del paese, ovvero l’Associazione degli Ingegneri Giordani. Infatti la Fratellanza è stata sconfitta dal gruppo Numou, arabi nazionalisti e indipendenti.
L’indebolimento della Fratellanza Musulmana rischia però facilitare l’attrazione di islamisti da parte di gruppi radicali con scopi jihadisti. L’islamismo nel paese, nonostante le sconfitte della Fratellanza, è molto forte e potrebbe essere convogliato verso gruppi fondamentalisti fuori controllo, soprattutto nella zona di Zarqa e nel sud, nelle aree desertiche, dove Daesh mantiene una presenza costante e rappresenta una minaccia per le forze di sicurezza locali.
The degenerating presence of ISIS on the Syrian and Iraqi soil forces the group to adopt a new strategy that aims to compensate its losses, offers the impression that it still retains its strength, and that it is still able to hit everywhere. Moreover, it is vital for the group to seek creating new climates that form attraction points for its members departing Syria and Iraq.
Persistono scontri violenti per il controllo del territorio in larghe parti del Paese. Si combatte principalmente nelle città di Sirte e Bengasi. Proprio nella città di Sirte si concentrano i maggiori scontri nell'ambito dell'operazione "al Bunian al Marsus" tra le milizie fedeli al governo di Tripoli e i combattenti legati a Daesh.
Questa mattina, un caccia tattico russo Sukhoi Su-24 è stato abbattuto da due F-16 turchi. Prevedibile la differente “lettura” dell’accaduto: secondo Ankara, il velivolo avrebbe violato lo spazio aereo nazionale e ignorato numerosi avvertimenti lanciati dai piloti degli F-16; per Mosca, invece, il Sukhoi 24 stava sorvolando il territorio siriano e potrebbe essere stato abbattuto da pezzi d’artiglieria.
Gli attacchi di Parigi del 13 novembre dimostrano che Daesh si sta muovendo verso una nuova fase, colpendo civili nel corso delle loro attività quotidiane. I diversi attacchi quasi simultanei a Parigi hanno posto le normali attività sotto la minaccia terroristica. Le operazioni hanno colpito uno stadio dove una partita internazionale di calcio si stava disputando, alla presenza del presidente francese, un locale e un ristorante.