Obama cambia rotta e nei prossimi mesi intensificherà in Siria, Yemen ed Iraq l’utilizzo di droni.
La necessità di trasformare i droni da occhi invisibili a veicoli di attacco diretto si esplicita con la difficoltà di esercitare una seria azione di contrasto e di intelligence al terrorismo islamico limitando al minimo l’invio di uomini sul terreno.
Fino ad ora gli Stati Uniti hanno utilizzato il veicolo “Predator RQ1” equipaggiato con telecamere ad alta definizione e particolari sensori per la raccolta di dati ed immagini armando il mezzo solo in casi estremi con missili via terra AGM (Air To Ground) antiradar.
Dopo il bliz delle forze speciali americane in Siria che ha portato all’uccisione del leader dell’Isis Abu Sayyaf, l’Italia accoglie una precedente richiesta statunitense ed invia sul fronte iracheno circa 70 uomini provenienti dalla Task Force 45 fatti rientrare da qualche mese dall’Afghanistan.
La scelta italiana si inquadra in una più generale strategia che vede l’utilizzo di “specialisti“ in Siria ed Iraq.
I media europei, specie quelli italiani, da ormai qualche mese danno spazio illimitato a qualsiasi notizia riguardante l'Isis. Giornali, tv, siti web molto accreditati, dedicano infatti prime pagine e numerosi servizi alla minaccia rappresentata dallo Stato Islamico nei confronti dell'Italia ogni giorno. Il forte incremento di attenzione mediatica è però giunto quando in tutto il mondo sono arrivate notizie allarmanti sulla situazione in Libia, pronta a deflagrare con gravi ripercussioni nell'Europa meridionale. Purtroppo, proporzionalmente alla crescita del traffico di informazioni su quanto sta avvenendo al di là delle coste italiane, è aumentato il numero di false notizie.
Since the crash of the Jordanian Air Force jet and the capture of its pilot by ISIS, there has been a direct conflict between Jordan and ISIS. While the crash is the ultimate responsibility of the coalition, it appears to be playing out as an exclusive confrontation between Daesh and Jordan. ISIS has clearly set out to create confusion in Jordan and has tactically being applying pressure.
New challenges are appearing as the first phase of the war against ISIS in Iraq and Syria reaches the point where a second phase is required that involves a military intervention on the ground as it becomes clear that air strikes will not accomplish the mission objectives.
LIBIA Il braccio dell’ISIS in Libia ha rivendicato il sequestro di 21 cristiani copti egiziani provenienti dal governorato di Minya.Il gruppo jihadista ha inoltre diffuso delle foto degli ostaggi, come riportato da Site Intelligence Group. I 21 cristiani, secondo quanto riferito dall’Is, sarebbero stati catturati nello Stato di Tripoli a capodanno. Si aggravano le condizioni di vita dei cristiani in Libia dalla caduta di Gheddafi nel 2011, numerosi gruppi jihadisti presenti nel Paese hanno più volte colpito famiglie cristiane su tutto il territorio. Non si hanno notizie dei due giornalisti tunisini Nadhir Ktari e Sofien Chourabi sequestrati l’8 gennaio da militanti dell’Is, secondo indiscrezioni i due sarebbero ancora vivi. Intanto nel pomeriggio dell’11 gennaio l’aviazione libica ha bombardato obiettivi militari appartenenti alla coalizione Fajr Libya.
Giorni di fuoco in Siria e Iraq: integrando le varie notizie circa le operazioni aeree guidate dagli Stati Uniti contro lo Stato Islamico, 64 attacchi sono stati portati a termine dalla coalizione tra mercoledì 24 e domenica 28 dicembre.
Tra il 24 e il 25 dicembre, stando a quanto dichiarato dalla Combined Joint Task Force, le forze dell’ISIS hanno subito 39 attacchi: di questi, 19 sono stati condotti in territorio siriano (17 presso la città di Kobane e 2 presso Hasakah e Raqqa), mentre 20 sono stati condotti in territorio iracheno (colpendo nei pressi di Al Asad, Sinjar, Mosul, Al Qaim, Baiji, Kirkuk, Falluja e Tal Afar).
The Russians have lately had a dynamic and innovative diplomacy, leaning towards finding a political solution to the Syrian crisis. With the regional priorities shifting from political resolution to combating terrorism, the Russians are alone in this pursuit.
Due attacchi (uno in Nigeria, l’altro in Arabia Saudita) hanno fatto vittime tra la popolazione di fede sciita durante l’importante festività islamica dell’Ashura.
Nella città di Potiskum, capitale commerciale dello stato di Yobe nella Nigeria nord-orientale, un kamikaze si è fatto esplodere durante una processione. Nonostante le notizie che circolano circa il numero delle vittime siano poco precise, tra le 15 e le 30 persone avrebbero la vita nell’attacco. Al momento manca una rivendicazione ufficiale ma il dito è collettivamente puntato contro i guerriglieri sunniti di Boko Haram.
La più grande raffineria di petrolio irachena è sotto assedio da giugno di quest’anno.
Mercoledì scorso i militari iracheni hanno scatenato un’offensiva fino ad arrivare a circa 2 km dalla città di Baijii allo scopo di riconquistare la più grande raffineria di petrolio del paese assediata dai militanti dello stato islamico.