Mentre il mondo si è concentrato sulla gestione di COVID-19 e le risorse dell'apparato di sicurezza hanno affrontato l'epidemia, trasformando le istituzioni in modo da applicare restrizioni e mantenere le distanze sociali, le minacce alla sicurezza più tradizionali hanno operato con meno pressione e in crescita. Tracciare i segni delle attività terroristiche negli ultimi mesi suggerisce che continuano a operare in tutta la regione, dalla Somalia alla Siria, dalla Libia all'Iraq, all'Egitto, allo Yemen, all'Afghanistan e in tutta l'Asia centrale.
Tornano le bombe contro i cristiani, contro la quotidianità di un paese e di un popolo che cerca lentamente di tornare alla normalità, anche se con un governo che non ammette contraddittorio e non tollera opposizioni democratiche.
A quattro giorni dall'approvazione della nuova legge contro il terrorismo, Daesh torna a colpire l'Egitto, con lo scopo di intimorire popolazione e classe dirigente. Le norme approvate prevedono ben 54 misure repressive di contrasto, compresa la pena di morte: era quindi scontato che il califfato facesse sentire la sua voce con un'azione di rappresaglia.
Dopo l’inaugurazione ,giovedì scorso del nuovo tratto del canale di Suez, con una grande cerimonia da parte del governo egiziano ed un eccezionale schieramento di sicurezza a tutela dell’evento il Capo dell’Ufficio Stampa dell’Ambasciata Egiziana a Mosca Aiman Mousa a spiegato : si tratta di 72 km di canale parallelo al vecchio costruito 146 anni fa. Il nuovo canale permetterà alle navi in transito di procedere in entrambe le direzioni e ridurre il periodo di attesa da 22 ore ad 11, aumnetando i ricavi.
I relatori del seminario organizzato dal Comitato Atlantico Italiano, in cooperazione con "Abhath" Al Thuraya Consultancy and Researches Mediterranean Gulf Forum, presso il CASD – Centro Alti Studi per la difesa di Roma, ieri 7 maggio, si sono interrogati sul ruolo che la Libia dovrà avere nel futuro scenario mediterraneo.
La possibile griglia di analisi si è declinata sui piani di azione sociale, politico-militare e sulle dimensioni in cui si articolerà l’agire dell’Unione Europea.
Dopo i saluti di rito dell’Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri, Presidente del Centro Alti Sudi per la Difesa, si è passati agli interventi di Michael Frendo, ex Ministro degli Esteri maltese, che con pacatezza ha evidenziato le problematiche legate ad un’immigrazione di massa.
Poi è intervenuto Abdul Ilan Khatib, già inviato speciale ONU in Libia e Ministro degli esteri giordano, con un discorso molto prudente e diplomatico ha evidenziato la necessità di arrivare ad una maggiore cooperazione.
Il più popoloso tra i paesi arabi, l’Egitto entra nel nuovo anno il 2014 con le più profonde divisioni in ambito sociale e con il più grande spargimento di sangue che si siano mai verificati durante la sua storia moderna.
L’Egitto non è nuovo a “violenze civili” ha infatti subito violenze per decenni una su tutte l’assassinio di Anwar Sadat da parte di un islamista nel 1981, gli attacchi contro siti turistici del 1990, oggi forse nuovamente a rischio.
L’Egitto sta utilizzando miliardi di dollari inviati dagli Stati Arabi del Golfo suoi alleati al fine di cercare di stimolare l’economia oltre che per cercare di mantenere le sue strade relativamente “calme”, nella speranza che gli investitori e i turisti possano al più presto tornare.
L’Egitto ha un deficit di bilancio enorme, una moneta sopravvalutata e una economia in crisi profonda.
L’economia di Gaza sta crollando, contemporaneamente alla demolizione da parte dell’Egitto dei tunnel di contrabbando lungo il confine di sabbia che separa le due aree, alle demolizioni dei tunnel si aggiunge la fuga degli investitori e donatori che scappano da una zona di conflitto. L’economia palestinese potrebbe ridursi notevolmente quest’anno dopo una crescita media annua di circa il 9% durante il quadriennio 2008-2011.
Dalga è un paese di campagna ad Al-minya in Egitto, che a seguito a delle proteste e a delle manifestazioni pacifiche fatte dai suoi abitanti contro il regime golpista, è stato invaso da poliziotti e militari con carri armati, elicotteri ed altro, bombardata con armi pesanti e circondata dalle forze armate egiziane vietando l'entrata e l'uscita di qualsiasi persona.
Hanno distrutto e bruciato case, arrestato persone con la scusa di cercare armi pesanti e laboratori di produzione d'armi e per proteggere i cristiani del luogo che secondo il racconto dei golpisti venivano perseguitati. Nonostante tutto i abitanti di Dalga non hanno risposto alle provocazioni e continuano tutt'ora a scendere ogni giorno in manifestazioni pacifiche.
La verità è sempre illuminante ci aiuta ad essere coraggiosi.
La verità ci aiuta ad essere noi stessi, ci aiuta a farci riconoscere, a farci vedere per quello che siamo.
E’ in nome della verità che dobbiamo agire, dobbiamo muoverci.
Senza verità non saremmo niente. A. Moro