La potenziale instabilità ai confini è un rischio critico per tutti i paesi, specialmente in Medio Oriente. Ciò è particolarmente vero per la Giordania, dove il rischio è elevato da molti anni e le minacce alla sicurezza al confine come l'illegalità e la lotta creano un terreno fertile per la criminalità e il terrorismo. Questo tipo di instabilità unita a difficoltà economiche potrebbe anche portare a un aumento significativo del numero di locali che si uniscono a gruppi terroristici.
Negli ultimi anni, si è verificata un'escalation della tensione diplomatica e politica tra Giordania e Israele che non riflette il trattato di pace esistente, né il livello di cooperazione in materia di sicurezza esistente tra le due parti. Dalle controversie all'UNESCO alle recenti questioni relative alla prevista annessione della Cisgiordania da parte di Israele, a cui la Giordania si oppone in modo aggressivo, la crescente tensione pone la questione se Giordania e Israele siano sulla strada dello scontro diretto.
È importante essere realistici, dato che si tratta di due paesi che condividono problemi di sicurezza e un lungo confine, in particolare nel contesto degli investimenti della Giordania nelle questioni politiche, sociali e demografiche della Cisgiordania. Dato che entrambi i paesi stanno adottando un approccio "senza compromessi", una situazione di stallo politico era inevitabile, ma ci sono opzioni alternative che non portano allo scontro, ma creano anche opportunità per entrambi gli stati di capitalizzare.
Le sfide in Medio Oriente continuano mentre la regione sembra affrontare una nuova ondata di destabilizzazione da Libano, Siria, Iraq e Cisgiordania.
La crisi politica libanese sembra intensificarsi man mano che la crisi economica si fa più acuta. Ciò sta portando alla riemersione di domande sul concetto di equilibrio politico finemente equilibrato dello stato e sulla sua idoneità allo scopo nel nuovo panorama regionale e globale. Alcuni suggerimenti suggeriscono la necessità di nuovi attori politici e potenziali strutture per far fronte alle sfide poste dall'ambiente post-COVID.
La Giordania continua ad affrontare sfide interne e regionali e, con l'avvicinarsi dell'annessione della Cisgiordania e della Valle del Giordano annunciata dal governo israeliano, ciò aggiunge ulteriori sfide ai problemi che la Giordania deve affrontare. Nonostante ciò, è fondamentale iniziare una considerazione realistica su come contenere e gestire questo problema, se dovesse diventare una realtà nel prossimo futuro.
In less than three months, the current Parliament will complete its last legislative term, and this might pave the way for a government change. This comes at a time where the economic crisis is impacting harder and frustration spreads among the people. The government must act to counter the discontent spreading amongst the population. But rebuilding trust and credibility is not easy, as it requires deft political skills from people who can recognise and deal with the delicacy of the situation.
Non vi è dubbio che si sta verificando un cambiamento significativo nella condotta della politica internazionale. Le relazioni internazionali sono sempre più basate sull'interesse economico e meno su alleanze e valori ideologici. Ciò sta avendo un impatto globale, ma per un paese come la Giordania, che è totalmente dipendente dai suoi alleati, richiede una revisione urgente della sua posizione e del suo approccio che si basa attualmente sul valore sottostante delle sue alleanze politiche percepite, che si sono chiaramente spostate.
“Bisogna lavorare insieme. Tutti. Stati, istituzioni, religioni, culture. Lavorare insieme per lo sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo”. Lo afferma padre Rifat Bader, 48 anni, sacerdote cattolico di nazionalità giordana, direttore del Catholic Center for Studies and Media in Giordania. Padre Rifat nei giorni scorsi era a Cagliari per partecipare all’incontro “Percorsi, popoli e religioni a confronto” svoltosi alla Mediateca del Mediterraneo.
Si è svolto giovedì 28 novembre presso i locali della MEM – Mediateca del Mediterraneo, la conferenza-seminario dal titolo Percorsi: Popoli e Religioni a confronto.
Per l’occasione si sono confrontati Don Mario Farci (Pontificia Università), Federico Di Leo (Comunità di Sant’Egidio), Padre Refat Michael Yousef Bdour, (direttore del Centro Studi Cattolico in Giordania) e Paola Piroddi, Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari.
Il livello di franchezza nell'evidenziare gli errori professionali di diverse istituzioni è molto evidente nella lettera di Sua Maestà il Re Abdullah al nuovo direttore del General Intelligence Department (GID), il generale Ahmad Husni. Questo è un messaggio chiaro in una situazione eccezionale che richiede questo tipo di approccio non tradizionale.