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La crisi nella Repubblica Centrafricana

La violenza politica è stata una costante nella storia della Repubblica Centrafricana. Dal 2012, terminata una guerra civile di 3 anni (2004-2007), il Paese sta fronteggiando un nuovo periodo di crisi. Dopo una prima fase di “gestazione”, la crisi vera e propria è esplosa marzo 2013, quando le milizie musulmane (Séléka) hanno raggiunto e invaso la Capitale (Bangui) costringendo il Presidente Bozize alla fuga. Nei mesi successivi, lo scontro ha assunto un carattere esclusivamente interreligioso, abbandonando ogni logica legata alla lotta per il potere: cristiani contro musulmani, le milizie Séléka contro le milizie anti-balaka. Vittima principale di questa nuova spirale di violenze è stata la popolazione non-combattente.

Published in Africa

Gli ultimi gravi sviluppi (politici, di  sicurezza, ecc. ) in Medio Oriente rappresentano una  sfida che  mette in serio pericolo l'identità di questa regione. Inoltre, la nascita di un’atmosfera settaria “etnica-religiosa” aumenta i rischi che nascono soprattutto con il crescente stato della divisione psicologica che ormai domina la mentalità di una gran parte dei cittadini mediorientali.

Tra le sfide più importanti che affronta oggi il Medio Oriente è l’idea dell’impossibilità della coesistenza tra i popoli della regione, il che richiede un ricorso verso la divisione a base religiosa o etnica o anche settaria. Questo significa semplicemente una ricetta complessa che porterà a una frammentazione di lungo termine.

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Aleppo la nuova Sarajevo

Domenica, 26 Luglio 2015 14:45

Aleppo è stata ormai dimenticata dai media ma è proprio li che si continua a combattere da tre anni. L'energia elettrica arriva per poche ore al giorno e l'acqua manca in quasi tutti i quartieri; dei 2.5 milioni di abitanti di prima della guerra oggi la popolazione secondo una nostra stima raggiunge poco più delle 250mila unità: i cristiani da 200mila sono ora all'incirca 70 mila. La città che era considerata la Milano siriana è divisa in due: ad ovest i governativi, ad est i cosiddetti ribelli che ormai sono milizie indefinite con uomini recuperati ovunque, privi di reali motivazioni politiche e religiose ma semplicemente motivati dal potere che la guerra stessa trasmette.

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Con colpevole ritardo il governo turco decide di fare sul serio nel contrasto alle milizie dell'Isis bombardando pesantemente una colonna di terroristi sul confine turco siriano. Fino ad ora un'azione così esplicita non era mai avvenuta; siamo quindi di fronte ad uno spartiacque politico: da oggi la Turchia non avrà più una posizione ambigua nell'opposizione di Daesh.

Published in Medio Oriente

L’obiettivo di questo breve rapporto è duplice: fornire un resoconto di quanto accaduto in Ucraina durante i mesi di maggio e giugno, e rilevare le conseguenze del conflitto sulle vite della popolazione civile.

Scontri tra le forze governative e quelle della RPD-RPL[1] a parte, le difficoltà che chi abita nella regione del Donbass si trova ad affrontare possono essere così classificate:

1-      Carenza o mancanza di acqua, elettricità, gas e carburante;

2-      Presenza di mine e/o munizioni inesplose (dette anche UXOs – Unexploded ordnance);

3-      Generici problemi di natura economica;

4-      Problemi di natura medico-assistenziale;

5-      Problemi legati alla libertà di movimento.

Il rapporto illustra una serie di casi e vicende emerse nel corso degli ultimi due mesi. Si consideri, dunque, che quanto raccontato potrebbe non trovare più riscontro nella situazione attuale.

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Tsipras chiede il no alla piazza

Sabato, 04 Luglio 2015 22:17

Il quesito referendario di domenica non è scontato come sembra a favore del premier greco. La Grecia produttiva con decisione ha voltato le spalle a Tsipras che in effetti non ha mai amato in modo particolare. Commercianti, Imprenditori piccoli e medi insieme all'oligarchia degli armatori il 5 luglio voteranno compatti "Nai" si in greco, perché vogliono restare saldamente legati all'Euro e all'Europa. In questa settimana nei dibattiti televisivi si è evidenziata la grande paura del salto nel buio in caso di una possibile vittoria del no, gli operatori economici hanno considerato assolutamente negativo l'isolamento totale che potrebbe concretizzarsi con l'uscita della Grecia dall'area Euro.

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Tf45 operativa a Ramadi

Domenica, 28 Giugno 2015 16:20

Nonostante il governo Italiano non confermi la notizia, unità speciali della Task Force 45 sono da alcuni giorni coinvolte in operazioni di offesa a Ramadi con l'obiettivo di organizzare, insieme al ricostruito esercito iracheno, le azioni propedeutiche alla ripresa del controllo nella strategica regione su cui insiste Ramadi. Ricordiamo che la città Irachena essendo un fondamentale snodo stradale ha rivestito e riveste importanza estrema per la difesa della stessa Bagdad distante appena 80 km.

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SOLO LA DIPLOMAZIA SALVERA’ L’UCRAINA

Giovedì, 18 Giugno 2015 21:40

Siamo giunti a un momento critico circa gli interessi europei e degli Stati Uniti in Ucraina.

L’annessione della Crimea alla Russia e l’occupazione del Donbass, hanno irrimediabilmente alterato i delicati equilibri di potere in Ucraina sia a livello regionale che nazionale sia il relativo equilibrio tra i più potenti oligarchi del paese.

Gli Ucraini sembrano avere poca fiducia nei confronti dell’attuale costellazione dei leader politici e delle loro promesse.

Per più di 25 anni gli Stati Uniti hanno appoggiato l’Ucraina sulla base di valori e interessi comuni.

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Con una sola mossa, il parlamento ucraino (Verchovna Rada, o Consiglio Supremo) ha “cestinato” cinque accordi firmati con la Russia 20 anni fa (Sochi, 25 novembre 1995). Questi accordi, elementi chiave della cooperazione politico-militare tra Mosca e Kiev, prevedevano e regolavano:

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Crisi ucraina: la situazione

Venerdì, 05 Giugno 2015 15:06

“Si torna a combattere in Ucraina”, titolano molti quotidiani, “anche con l’impiego di armi pesanti proibite dagli accordi di Minsk II”. Affermazioni vere solo in parte perché, in realtà, non si è mai smesso del tutto di combattere e le armi pesanti non hanno mai smesso di far sentire la propria voce.

Certo è che cresce la preoccupazione per l’allargarsi degli scontri in zone in precedenza rimaste relativamente tranquille. Triage ha più volte evidenziato come gli scontri si concentrassero principalmente attorno a Donetsk e al suo aeroporto (a nord-est della città) e attorno a Shyrokyne. Nelle ultime ore, invece, il confronto tra le forze regolari ucraine e quelle della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR) ha pesantemente coinvolto Marinka, città controllata dall’esercito ucraino e distante poco più di 20 km da Donetsk (in direzione ovest/sud-ovest). Oltre ai combattimenti, ai quali si sta cercando di porre un freno con la proclamazione di un cessate-il-fuoco locale, la SMM (Special Monitoring Mission to Ukraine) riporta un consistente ammassamento di forze (compresi carrarmati T-72 e T-64, pezzi d’artiglieria da 100 e 122 mm, e sistemi lanciarazzi Grad).

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