Nel mezzo del costante conflitto a Gaza, la ricerca di un cessate il fuoco e di una successiva pace post-bellica sembra sempre più illusoria. La ferma determinazione di Israele a continuare le operazioni militari, in particolare a Rafah, pone sfide significative al raggiungimento di una cessazione delle ostilità. Inoltre, il tentativo di iniziare operazioni di soccorso umanitario dal mare aggiunge un livello di complessità nel trovare soluzioni pratiche a terra a Gaza. La crescente pressione sul governo israeliano per ridurre al minimo le vittime civili sottolinea l’urgente necessità di implementare misure di sicurezza efficaci.
L’ondata di violenza palestinese dopo Gerusalemme e Tel Aviv ha raggiunto anche i villaggi isolati, feriti e morti dunque intorno alle colonie in Cisgiordania e a Gaza, Israele è di nuovo in fiamme.
Al Arabija annuncia a sorpresa che Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si è dimesso da presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina insieme a nove membri del comitato esecutivo, pur rimanendo comunque alla guida della struttura politica.
Per il premier israeliano Netanyahu, Deif è morto la scorsa notte insieme alla moglie ed alla figlia piccola, sotto le macerie della sua casa nel quartiere di Sheikh Radwan a Gaza, bombardato dall' aeronautica della Stella di David. Hamas smentisce la morte del leader ed alimenta la leggenda del nemico numero uno di Israele.
L’economia di Gaza sta crollando, contemporaneamente alla demolizione da parte dell’Egitto dei tunnel di contrabbando lungo il confine di sabbia che separa le due aree, alle demolizioni dei tunnel si aggiunge la fuga degli investitori e donatori che scappano da una zona di conflitto. L’economia palestinese potrebbe ridursi notevolmente quest’anno dopo una crescita media annua di circa il 9% durante il quadriennio 2008-2011.