La coalizione sunnita guidata dai sauditi sta operando manovre militari per spostare armamenti e mercenari sulle coste occidentali dello Yemen, ovvero dove le maggiori riserve di petrolio yemenita sono presenti. Lo Yemen inoltre vanta grandi riserve anche nelle regioni di Ma’rib, al-Jawf, Shabwah e Hadhramaut, riserve però mai sfruttate.
La città di Bengasi, nell’est della Libia, è oggetto di un’infiltrazione terroristica in aumento, nonostante la forza operativa delle truppe guidate da Haftar. Il leader del gruppo tunisino Ansar al Sharia Abu Ayad si trova in città e opera costantemente al fianco del braccio libico dell’organizzazione, che era guidato da Mohammed al Zahawi fino alla sua uccisione da parte dell’esercito di Haftar. La presenza sul terreno di esponenti di primo livello di Ansar al Sharia e di Daesh a Bengasi sarà riscontrabile anche grazie all’aumento di sequestri di uomini vicini a Haftar. È possibile infatti che il colonnello Fouzi al Mabruk al Hasi, ufficiale dell’Esercito Nazionale Libico, sia stato rapito da una milizia islamista legata ad Ansar al Sharia nella città di Shahat con il sostegno degli uomini di Daesh presenti a Bengasi. Gli ufficiali di Haftar stanno cercando di difendere le infrastrutture della Mezzaluna petrolifera dalla presenza di milizie islamiste, in particolare elicotteri M35 hanno impedito a un convoglio della milizia delle Brigate di Difesa Bengasi di muoversi da al Jafrah fino a Ras Lanuf, grazie a un raid nella località di Nawafiliya. Per l’esercito di Haftar è di fondamentale importanza mantenere sotto controllo i terminal di greggio della Mezzaluna petrolifera, dal momento che i proventi che derivano dalla vendita del petrolio occorrono per soddisfare le richieste economiche delle diverse tribù e milizie che sostengono l’Esercito di Liberazione Nazionale. Mentre sul campo gli ufficiali di Haftar si oppongono militarmente alle milizie islamiste che fanno capo all’ex gran muftì libico Sadeq al Ghariani, a Bengasi altri esponenti delle milizie islamiste che operano tra Misurata e Sirte, come Abdul Haif Hamed e Amir Khalifa, stanno cercando di ottenere dagli ufficiali di Haftar la possibilità di abbandonare le postazioni sulla costa muovendo verso sud senza essere attaccati. Questa possibilità è ancora improbabile, anche perché le popolazioni che sostengono Haftar non permetterebbero alle milizie islamiste di attraversare i loro territori senza conseguenze. La tribù dei Tebu è pronta a vendicare l’uccisione del capo della loro brigata, il maggiora Isa al Tabawi, ucciso a Bengasi dalle milizie armate del Consiglio della Shura di Bengasi, tra la zona di Bousnib e Ganfuda, ad ovest della città. Inoltre Haftar sta utilizzando mercenari sudanesi del Movimento Giustizia ed Equità nella zona della Mezzaluna petrolifera, sui quali non ha il totale controllo sul territorio.
La possibilità paventata da Haftar di muovere verso Tripoli per combattere le milizie presenti in città si sta facendo più concreta. Nonostante un’eventuale operazione a guida dell’Esercito Nazionale Libico potrebbe per reazione riunire le diverse milizie armate di Tripoli in un fronte unico, la forza operativa delle truppe di Haftar rimane comunque nettamente più forte, anche grazie all’aumento di sostegno militare e finanziario che sta arrivando da Mosca.
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Al Serraj nuovo Premier di unità nazionale libica ha capito subito che per gestire pienamente la transizione verso politiche condivise tra tutte le fazioni presenti deve entrare immediatamente in possesso del patrimonio di Gheddafi congelato in asset esteri dalle sanzioni Onu del 2011, sbloccando, inoltre, le leve finanziarie legate allo sfruttamento del petrolio e del gas.
Since the first intervention of the Russian military in Syria, the battle against Daesh had turned to a new breadth. The terrorist group started to broaden its target map, trying to prove its capacity to rule everywhere.
Hanno scelto Bruxelles perché è il simbolo dell'Europa che ha rinunciato ai suoi valori per una pace mai arrivata. Hanno scelto Bruxelles perché in Belgio i Jahidisti sono stati per anni tollerati fino ad avere una vera e propria egemonia etnica.
Moscow and Washington seem to have uncharacteristically reached a compromise in their positions on the issue of a political solution in Syria since Russia intervened militarily in Syria. The Russo-American rapprochement tests the political flexibility of most regional players.
Despite the attempts of some Syrian groups to block the Geneva III meeting, the Russians’ and Americans’ wish to hold the talks seems to have won.
La battaglia della notte nella capitale del Burkina Faso conferma le preoccupazioni delle scorse settimane.
Il terrorismo di matrice islamica oltre a globalizzare propaganda e azioni a basso impatto è riuscito a creare un vero e proprio net per il cosiddetto terrorismo molecolare che, anche se solo ispirato, riesce autonomamente ad organizzare attentati ovunque.
European security services, nowadays; are coming across one of its most serious stages: the challenges of dealing with the recent threats caused by many factors, more importantly the mis-coordination between the various branches of security services in Europe or within the same country.
Non chiamiamolo Stato, non lo è, non chiamiamoli combattenti sono solo assassini, utilizziamo un linguaggio settoriale che a livello semantico riduca la popolarità di questo N.I.S. (Non Stato Islamico) perché io lo chiamerò non stato islamico e lo scriverò sempre minuscolo.