Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno o semplicemente scrollando la pagina verso il basso, accetti il servizio e gli stessi cookie.

TRIAGE duepuntozero

Switch to desktop

22-06-2013

Crisi siriana: gli impatti politici in tutto il mondo

Rate this item
(3 votes)

Come il vertice degli "Amici della Siria" inizia questa settimana, contemporaneamente si attende un'intensa ondata d attacchi terroristici in tutta la Siria.  Le aspettative di un intervento militare in Siria si sono ridotti in seguito alle esercitazioni militari "Eager Lion II". Nel frattempo, i paesi dell'Asse americano sono tornati a riunirsi sotto l'ombrello degli "Amici della Siria", per discutere dell'invio di armi ai ribelli in Siria.

Molti stanno mettendo in discussione la reale posizione dell'Occidente e i suoi obiettivi. Tuttavia, nel corso dell'ultimo vertice del G8 c'è stato compattezza sul tema della lotta al terrorismo e che l'eliminazione di "Al Nusra front" resta una priorità. Questo è nel comune interesse e deve essere il fine ultimo di tutti i paesi del G8 per quanto riguarda la regione.

Nei giorni successivi gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno ripreso ad adottare un toni aggressivi circa la necessità di inviare armi in Siria, il nuovo Segretario di Stato americano, John Kerry, ha proposto un raid americano in Siria, simile a quello che l'amministrazione di Bill Clinton lanciò in Jugoslavia.

Questa proposta, secondo alcuni rapporti, è stata all'origine di un profondo disaccordo tra membri di alto livello dell'amministrazione Obama. Il presidente del Joint Chiefs of Staff, il generale Dempsey, ha rifiutato l'idea, chiedendo a Kerry, se egli stesso abbi una visione chiara di come affrontare la situazione dopo tale incursione.

Questo tipo di dissenso proviene dal dilemma di gestire da un lato desiderio di rovesciare il regime siriano e dall'altro la paura di ripetere l'errore commesso in Iraq con la conseguente diffusione del terrorismo.

Questo dilemma è paralizzante per le politiche degli Stati Uniti e ha portato ad una politica di mantenimento della crisi e la creazione di hotspot (per delega) all'interno della Siria, nella speranza di logorare il regime siriano nella misura in cui ciò consente agli Stati Uniti di imporre le sue condizioni di risoluzione della crisi agli  alleati della Siria.

Sembra che alcuni membri dell'amministrazione americana inoltre, credano che mantenere viva la crisi siriana creerebbe l'opportunità di risolvere molte altre questioni regionali, come il conflitto israelo-palestinese, e fare sì che la soluzione politica in Siria sia il sentiero che conduce ad una più ampia soluzione nella regione.

Eppure, questa "visione sognante" deve affrontare molti ostacoli sul terreno, dal modo in cui la scena militare in Siria si è sviluppata per la testardaggine di Israele e per la crisi di governo in Palestina.

D'altra parte, la diplomazia russa è riuscita a raggiungere alcuni protagonisti degli "Amici della Siria", dell'UE e della NATO. La Germania, ad esempio, sta svolgendo un ruolo molto razionale nell'intento di proteggere la regione dal collasso nel caos e dal terrorismo, rifiutando di inviare armi ai combattenti. Allo stesso tempo sta impiegando tutti i suoi canali diplomatici e nel mondo della sicurezza per trovare una  fine della crisi.

L'Italia è anche uno degli obiettivi diplomatici russi sulla questione della Siria. Nella sua ultima visita a Roma, il Ministro Lavrov è riuscito a ottenere il sostegno italiano per una soluzione pacifica. Sia il ministro degli Esteri italiano e il ministro della Difesa hanno rifiutato l'ipotesi di inviare armi ai combattenti in Siria ed entrambi hanno deciso di spingere per una "conferenza di pace", coinvolgendo tutti i paesi coinvolti nel conflitto, compreso l'Iran. Nulla dovrebbe venire dal vertice di Doha, ma c'è il rischio che alcuni paesi ritornino ad armare i gruppi terroristici in Siria. Questo è un rischio particolare, come le paure dell'Asse Stati Uniti che presentasi a "Ginevra II" senza carte vincenti da giocare non sarebbe efficace.

A causa della recente evoluzione politica e militare in Siria e nella regione, sono probabili nuove sorprese legate alla crisi politica tra i gruppi filo-americani, soprattutto tra i paesi del Golfo.

© Riproduzione Riservata

Amer Al Sabaileh

International Public Relation, Goverment Sector, Business and Human Develpoment, Strategic Analysis.

Member of the teaching staff department of the European languages and Studies University of Jordan – Amman.

Doctorate, Italian Studies University of Pisa “ Arabic and Islamic influence on the other’ s life concepts in the Mediterranean area in the medieval age.

Peace Building and Reconciliation University of Coventry, UK

Master’s degree, Education to peace , International Co – operation, Human Rights and the Politics of the European Union.

Bachelor’s degree-higher diploma, Italian and English literature-Douple Major.

Website: amersabaileh.blogspot.com
FaLang translation system by Faboba

Copyright CEOS 2012 - 2015. All rights reserved.

Top Desktop version