L'Europa tardivamente si dichiara pronta a dotare i peshmerga di armi per contrastare l'avanzata dei jihadisti dell'isis. Oggi l'Italia si è ufficialmente mossa e per quanto i pacifisti scollati dalla realtà criticheranno l'azione italiana almeno siamo usciti dall'ipocrisia.
Due caccia italiani AMX basati nell’aeroporto militare di Herat hanno distrutto il 19 maggio scorso un potente ripetitore per comunicazioni radio, posizionato dai talebani nelle alture del distretto di Bakwa.
Il ripetitore era stato localizzato con esattezza dall’intelligence del “ Regular Command West “ e dalle immagini ad alta definizione acquisite dai “ Predator B “ veicoli a pilotaggio remoto.
Che distruggere l'arsenale chimico siriano fosse una missione complessa non è mai stato messo in dubbio ma, al momento, la situazione s'è fatta più complicata del previsto. I primi problemi sono emersi nel mese di dicembre quando l'OPAC si affannò nel cercare un modo di distruggere parte del suddetto arsenale e nessuno stato o ente privato volle farsi carico dell'onere; così l'OPAC è stata costretta a risolvere la "crisi" riesumando un'opzione precedentemente accantonata: distruggere il materiale chimico in acque internazionali a più riprese. Un secondo grande problema è emerso sul finire del 2013 sconvolgendo la tabella di marcia che l'Organizzazione si era prefissata: secondo i piani approvati nei mesi precedenti, entro il 31 dicembre 2013 gli elementi chimici più pericolosi avrebbero dovuto lasciare la Siria, tuttavia qui hanno fallito a causa delle cattive condizioni climatiche e dei continui scontri tra le truppe di Assad e i gruppi ribelli nel quadro di una interminabile guerra civile. Ora la macchina si è rimessa in moto ma i presupposti non sono dei migliori.
Dopo dieci anni, un aereo di Stato italiano è atterrato a Tehran con a bordo il ministro degli Esteri Emma Bonino che ha deciso di andare a parlare di persona con il nuovo corpo dirigente iraniano e dunque con il presidente Hassan Rohani e il ministro degli Esteri Mohammad Zarif. I diplomatici italiani che accompagnano la Bonino, hanno commentato il viaggio dicendo che “anni di sanzioni economiche dell'Onu, degli Stati Uniti e dell'Unione Europea hanno messo in crisi il sistema economico iraniano. Ma la vera botta gliel'ha data la politica economica di Ahmadinejad, che ha minato il paese quasi più delle sanzioni”.
Putin e Papa Francesco uniti nella difesa dei cristiani nel mondo.
La due giorni italiana di Vladimir Putin si posiziona come la concreta occasione per attivare nuove relazioni tra Italia, Santa Sede e Russia.
Tutti sanno cosa sia il Datagate, tutti sanno come e quando sia esploso; ma quanti possono dire di sapere come andrà a finire? La risposta è, chiaramente, nessuno. Tuttavia, avanzare una previsione non è cosa fuori portata.
Stanno facendo di tutto per cercare di oscurarci, di non far emergere i fatti e le testimonianze delle persone che hanno vissuto e stanno vivendo gli eventi in Egitto. L'Istituto di ricerca sui rischi geopolitici Triage Duepuntozero che ho l'onore di presiedere, sta raccogliendo diverse testimonianze e materiale di ogni genere al fine di far emergere i fatti, le verità che non vogliono far uscire. Il nostro intento è quello di lavorare sulla realtà dei fatti al fine di elaborare analisi di più elevato livello e cercare di individuare i rischi geopolitici, con l'ambizione di prevedere gli sviluppi futuri. Avevamo già previsto quanto sarebbe accaduto nel nostro rapporto sui rischi 2013/2014. Nonostante tutto, continueremo SENZA PRENDERE ALCUNA POSIZIONE PER NESSUN SCHIERAMENTO e sottolineando la TOTALE LIBERTÀ dell'Istituto, su quanto sta accadendo nel teatro egiziano CERCANDO SEMPRE LA VERITÀ.
Tutto passa attraverso i tubi del gasdotto South Stream. In italiano “flusso meridionale”.
Se qualcuno ha pensato che gli alti funzionari del Ministero dell’Interno, sacrificati alla stabilità politica, abbiano agito con leggerezza, si sbaglia, la prima preoccupazione del Governo era, ed è, non indebolire la presenza italiana ad Astana.
Come al solito si è voluta mascherare una coordinata operazione di intelligence con un banale errore del Viminale.
Sembra che le sole parole del neo-eletto presidente iraniano Hassan Rohani siano bastate per mettere in moto l’opinione internazionale e stimolare le varie potenze a valutare un’apertura futura verso l’Iran. Prima ancora di insediarsi ufficialmente, il presidente Rohani ha affermato che il suo futuro governo si impegnerà ad applicare una politica di intesa costruttiva con il mondo, difendendo allo stesso tempo tutti i diritti del popolo iraniano.
La cronaca è cruda e sintetica, il mezzo un VTLM Lince è stato oggetto di un attacco da parte di elementi ostili, l’episodio è dell’otto giugno 2013.
Una bomba a mano sarebbe stata lanciata dentro il mezzo militare provocando la morte del militare e il ferimento di altri commilitoni.
La rivendicazione dell'agguato da parte dei talebani, descrive l'azione come un atto coraggioso compiuto da un, “eroico ragazzino afghano di 11 anni che ha lanciato la granata”.