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03-03-2022

Raffreddare la crisi

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Papa Francesco si è personalmente recato dall’ Ambasciatore Russo presso la Santa Sede, un gesto inconsueto, lontani da ogni protocollo, direi unico, lo scopo dell’ incontro era quello di aprire immediatamente un confronto sulla crisi tra la diplomazia della Federazione Russa ed il Vaticano con il massimo  dell’autorevolezza nella considerazione che il Papa presentandosi fisicamente in Ambasciata ha segnato una cesura con le pratiche standard dei rapporti tra Stati ed ha lanciato un messaggio mediatico senza precedenti ,siamo in guerra, viviamo tutti un dramma epocale, la risposta per tornare alla pace non può essere ordinario serve invece qualcosa di straordinario.

Il messaggio purtroppo non è stato raccolto.

Il secondo round di colloqui tra le delegazioni Ucraina e russa è in corso, ma non è stato dichiarato di cessare il fuoco durante la trattativa questo significa che il peso politico del dialogo è basso e viene utilizzato da Putin solo per fare disinformazione e per comprendere meglio le criticità interne degli ucraini.

Occorre alzare al massimo il livello dei partecipanti agli incontri, individuare un luogo neutro dove incontrarsi e mettere allo stesso tavolo Russia, Ucraina, Ue e USA per ridisegnare insieme la stabilità condivisa nell’area.

Un meeting di tale livello costringerebbe Putin a congelare le attività militari e dare spazio alla diplomazia, questo è stato l’appello di Papa Francesco un segnale preciso ai grandi del mondo, alzare immediatamente il livello dei colloqui.

Da qualche ora il governo israeliano si è dichiarato disponibile a fare da mediatore agli accordi di pace che potrebbero essere svolti a Gerusalemme in modo da dare maggiore centralità agli incontri, ma soprattutto ad evitare alibi alle parti in lotta nel trovare un percorso di pace.

Personalmente sogno per Ucraina e Russia passi di pace e di verità senza abdicare al pessimismo, ma questa non è la guerra del popolo russo contro quello ucraino , entrambi sono, infatti, fratelli, è invece la guerra di Putin e del Ministero della Difesa, è la guerra di un leader isolato, alla fine della sua storia politica, senza lucidità geopolitica e senza più una reputazione sufficiente per guidare una nazione, ed allora  tutto diventa più difficile, un uomo solo al comando rappresenta sempre un pericolo per la pace ce lo insegna la storia che ancora una volta si ripete.

Sergio Giangregorio

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “ Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme.

Giornalista investigativo ed analista di intelligence , come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani , al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa.

Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili.

Direttore Responsabile del magazine online Convincere.

Website: www.sergiogiangregorio.it
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