Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.
Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.
Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.
Il più popoloso tra i paesi arabi, l’Egitto entra nel nuovo anno il 2014 con le più profonde divisioni in ambito sociale e con il più grande spargimento di sangue che si siano mai verificati durante la sua storia moderna.
L’Egitto non è nuovo a “violenze civili” ha infatti subito violenze per decenni una su tutte l’assassinio di Anwar Sadat da parte di un islamista nel 1981, gli attacchi contro siti turistici del 1990, oggi forse nuovamente a rischio.
Sembra incredibile ma a 50 anni esatti dall’assassinio di Dallas c’è ancora un Kennedy che lotta contro un paese comunista: la Cina.
Questa volta si tratta di Caroline Kennedy, figlia di John, ambasciatrice USA in Giappone, che dovrà vedersela con la questione delle Senkaku.
Martedì 26 novembre due bombardieri USA B52 disarmati hanno sorvolato lo spazio aereo delle isole Senkaku allo scopo di sfidare la Cina che aveva nel frattempo dichiarato, in modo arbitrario e unilaterale che si tratta di un proprio spazio aereo.
L’Egitto sta utilizzando miliardi di dollari inviati dagli Stati Arabi del Golfo suoi alleati al fine di cercare di stimolare l’economia oltre che per cercare di mantenere le sue strade relativamente “calme”, nella speranza che gli investitori e i turisti possano al più presto tornare.
L’Egitto ha un deficit di bilancio enorme, una moneta sopravvalutata e una economia in crisi profonda.
A circa undici mesi di distanza dagli attacchi aerei francesi in Mali che hanno costretto gli islamisti a sparpagliarsi per tutto il territorio del Sahara, questi ora stanno lentamente cominciando a fare ritorno. Per il nuovo presidente del Mali Ibrahim Boubcar Keita il loro ritorno comporterà una ulteriore difficoltà alla stabilizzazione dell’area del deserto del nord.