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21-05-2014

LA “GUERRA” CONTRO BOKO HARAM

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Nella giornata di Sabato 17 Maggio, il presidente francese François Hollande ha tenuto un summit d’alto livello a Parigi radunando gli omologi di Nigeria, Benin, Cameroon, Niger e Chad[1] al fine di trovare una soluzione al problema rappresentato dal gruppo fondamentalista islamico Boko Haram, gruppo che ha attirato su di se l’attenzione mondiale dopo aver rapito oltre 200 studentesse nel nord-est della Nigeria il mese scorso.

Il meeting ha prodotto una sorta di dichiarazione di “guerra”. Nel nome del Foglio Bianco sulla Difesa e la Sicurezza Nazionale del 2013, documento guida che afferma che la costruzione di un sistema di sicurezza collettiva in Africa rimane una priorità della politica francese, Parigi sarebbe pronta a supportare gli stati africani nel farli acquisire i mezzi necessari a gestire autonomamente la propria sicurezza[2] puntando, in questo caso specifico, sullo sviluppo di un piano d’azione che comprenda lo scambio d’informazioni, il coordinamento delle azioni individuali e il controllo dei confini nazionali[3].

Sebbene il valore politico di questo summit non debba essere svalutato, una punta di scetticismo trova la sua giustificazione. Chiaramente, né la Nigeria né i suoi vicini hanno le capacità o le risorse necessarie per portare avanti questa battaglia autonomamente. Tuttavia, sia la Francia, sia le altre controparti occidentali hanno al momento escluso iniziative militari di sorta: secondo il presidente Hollande, spetta alla Nigeria prendere in mano le redini delle operazioni (pur garantendo la disponibilità di caccia Rafale per potenziali missioni di ricognizione)[4] mentre da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti resta la promessa d’auto solo in operazioni di ricerca e nell’invio di esperti nazionali[5].

In fin dei conti, dunque, la domanda è la seguente: in che misura riusciranno a dare a quest’offensiva politica dei risultati concreti? Difficile a dirsi ma è chiaro che, in totale assenza di un supporto occidentale più incisivo, la guerra contro Boko Haram non è destinata a risolversi in una notte. 



[1] Ai quali si sono uniti il Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth William Hague (Gran Bretagna), il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy (Unione Europea) e il Sottosegretario di Stato per gli affari politici Wendy Sherman (Stati Uniti).

[2] French White Paper on Defence and National Security – 2013.

[3] http://www.theguardian.com/world/2014/may/17/west-african-countries-must-unite-fight-boko-haram-nigeria.

[4] http://www.reuters.com/article/2014/05/17/us-nigerian-violence-summit-idUSBREA4G06120140517.

[5] http://www.theguardian.com/world/2014/may/17/west-african-countries-must-unite-fight-boko-haram-nigeria.

© Riproduzione Riservata

Alessandro Mazzilli

Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.

Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.

Analista Geopolitico

Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.

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