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03-05-2013

NIGERIA, ANCORA VIOLENZE NEL PAESE

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Il 14 aprile il portavoce del MEND (Movement for the Emancipation of the Niger Delta) Jomo Gbomo ha diffuso l'annuncio che a partire dal 31 maggio prossimo il gruppo nigeriano darà il via ad una serie di attacchi nei confronti di moschee, istituzioni islamiche ed esponenti religiosi musulmani che diffondono la dottrina dell'odio, nel corso di quella che è stata chiamata "Operazione Barbarossa" in difesa della cristianità nigeriana. Il MEND è impegnato da anni principalmente in operazioni nei confronti di infrastrutture del settore energetico ed è possibile che nel breve termine si verifichino ulteriori attacchi su piccola scala.

Il 19 aprile a Baga (stato di Borno) si sono verificati pesanti scontri armati tra i militanti islamisti di Boko Haram e le forze di sicurezza nigeriane causando 185 vittime e distruggendo circa 2000 abitazioni. Si contano molti uccisi tra la popolazione civile, utilizzata probabilmente come scudo da parte degli islamisti, i quali si sarebbero trovati circondati dalle forze di sicurezza.

Il 1 maggio Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto in merito alle violazioni dei diritti umani commesse contro i civili durante gli scontri tra militanti islamici della setta Boko Haram e le forze di sicurezza nei giorni del 16-17 aprile a Baga.

Il 2 maggio alcuni uomini non identificati sono entrati nella città di Marte (Borno, 150 km a nord-est di Maiduguri) con molti veicoli 4x4 e armi sofisticate (compresi IED's)  e hanno attaccato la  Local Government Area, bruciando molte infrastrutture pubbliche tra le quali scuole e ospedali.

Si ritiene che la situazione resterà altamente precaria nell'area e che le modalità di intervento delle forze nigeriane, le quali hanno operato colpendo indiscriminatamente abitazioni civili e rifugi di militanti di Boko Haram, possano conseguentemente causare un clima di elevata ostilità da parte della comunità locale nei loro confronti.

Goodluck JonathanI militanti hanno dato prova di un aumento di abilità operative anche mediante l'utilizzo di armamenti pesanti (RPG), dovuto presumibilmente al traffico di armi illecito attraverso i confini del Chad e del Camerun. Il leader di Boko Haram Abubakar Shekau continua ad opporsi ad un accordo di amnistia con il governo del Presidiente Goodluck Jonathan (cristiano, membro del PDP), il quale ha istituito un comitato preposto formato da religiosi, giuristi e politici. Le prospettive di pace nel medio termine sono piuttosto negative e continuano ad essere ostacolate dalla forte base ideologica del gruppo.

Fonte immagini: emn-new.com

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Claudio D'Angelo

Laureato con lode in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza presso l’Università degli Studi di Perugia.
Laureando in Ricerca Sociale per la Sicurezza Interna ed Esterna (Safety and Security Manager).
Analista di intelligence perfezionato nell'analisi del rischio, nell'individuazione delle possibili minacce terroristiche e nella vulnerabilità dei siti industriali, delle infrastrutture critiche e degli obiettivi strategici.
Esperto nella gestione degli scenari di emergenza e nella tutela e la messa in sicurezza di personale operante in aree di crisi, con specifico expertise dell’area mediorientale.
Redattore per il magazine – online Convincere, svolge ricerche nel campo della diffusione dei movimenti Jihadisti in Medio Oriente e Africa, nell’applicazione della teoria dei sistemi complessi alla società e della Network Analysis nel processo di analisi d’intelligence.

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