Dopo il bliz delle forze speciali americane in Siria che ha portato all’uccisione del leader dell’Isis Abu Sayyaf, l’Italia accoglie una precedente richiesta statunitense ed invia sul fronte iracheno circa 70 uomini provenienti dalla Task Force 45 fatti rientrare da qualche mese dall’Afghanistan.
La scelta italiana si inquadra in una più generale strategia che vede l’utilizzo di “specialisti“ in Siria ed Iraq.
Lunedi pomeriggio Triage ha seguito un incontro, tenutosi presso l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), avente per oggetto di discussione la minaccia rappresentata dalla jihad globale. “Qual è la reale portata di questa minaccia?”, “quali i paesi più a rischio?”, “quali le implicazioni per la nostra politica estera e di difesa e per la sicurezza del nostro paese?”. Queste sono state le domande che hanno guidato lo svolgimento dell’incontro e la stesura di un rapporto omonimo.
I relatori del seminario organizzato dal Comitato Atlantico Italiano, in cooperazione con "Abhath" Al Thuraya Consultancy and Researches Mediterranean Gulf Forum, presso il CASD – Centro Alti Studi per la difesa di Roma, ieri 7 maggio, si sono interrogati sul ruolo che la Libia dovrà avere nel futuro scenario mediterraneo.
La possibile griglia di analisi si è declinata sui piani di azione sociale, politico-militare e sulle dimensioni in cui si articolerà l’agire dell’Unione Europea.
Dopo i saluti di rito dell’Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri, Presidente del Centro Alti Sudi per la Difesa, si è passati agli interventi di Michael Frendo, ex Ministro degli Esteri maltese, che con pacatezza ha evidenziato le problematiche legate ad un’immigrazione di massa.
Poi è intervenuto Abdul Ilan Khatib, già inviato speciale ONU in Libia e Ministro degli esteri giordano, con un discorso molto prudente e diplomatico ha evidenziato la necessità di arrivare ad una maggiore cooperazione.
Sono trascorse undici settimane dall’inizio della tregua in Ucraina orientale. Lo scopo degli aggiornamenti pubblicati da Triage è di fornire un resoconto sul rispetto dei primi tre punti fondamentali previsti degli accordi di Minsk II:
1. Cessate-il-fuoco immediato e totale (entrato in vigore dalla mezzanotte locale del 15 febbraio).
2. Ritiro delle rispettive armi pesanti dalla linea di fronte in modo da creare una zona cuscinetto: 50km per l’artiglieria calibro 100mm o superiore; 70km per i sistemi lanciarazzi multipli (MRLs); e 140km per gli MRLs Tornado-S, Uragan e Smerch e per i missili balistici tattici Tochka U.
3. Monitoraggio e verifica dei punti 1 e 2 via missione OSCE.
Sono trascorse dieci settimane dall’inizio della tregua in Ucraina orientale. Lo scopo degli aggiornamenti pubblicati da Triage è di fornire un resoconto sul rispetto dei primi tre punti fondamentali previsti degli accordi di Minsk II:
1. Cessate-il-fuoco immediato e totale (entrato in vigore dalla mezzanotte locale del 15 febbraio).
2. Ritiro delle rispettive armi pesanti dalla linea di fronte in modo da creare una zona cuscinetto: 50km per l’artiglieria calibro 100mm o superiore; 70km per i sistemi lanciarazzi multipli (MRLs); e 140km per gli MRLs Tornado-S, Uragan e Smerch e per i missili balistici tattici Tochka U.
3. Monitoraggio e verifica dei punti 1 e 2 via missione OSCE.
Da Ginevra a Losanna, dall’autunno del 2013 alla primavera 2015. Ecco un nuovo episodio di un’interminabile saga. Nato negli anni ’50, il programma nucleare iraniano tiene banco da oltre vent’anni[1]. Il 24 novembre del 2013, l’Iran e il gruppo dei P5+1 firmarono quello che è ufficialmente conosciuto come Joint Plan of Action (JPA), un accordo ad interim entrato in vigore il 20 gennaio dell’anno seguente. A Losanna, il 2 aprile scorso, è stata trovata l’intesa sui parametri che dovrebbero condurre alla stesura di un accordo definitivo entro la fine del mese di giugno.
Sono trascorse otto settimane dall’inizio della tregua in Ucraina orientale. Lo scopo degli updates pubblicati da Triage è di fornire un resoconto sul rispetto dei primi tre punti fondamentali previsti degli accordi di Minsk II:
1. Cessate-il-fuoco immediato e totale (entrato in vigore dalla mezzanotte locale del 15 febbraio).
2. Ritiro delle rispettive armi pesanti dalla linea di fronte in modo da creare una zona cuscinetto: 50km per l’artiglieria calibro 100mm o superiore; 70km per i sistemi lanciarazzi multipli (MRLs); e 140km per gli MRLs Tornado-S, Uragan e Smerch e per i missili balistici tattici Tochka U.
3. Monitoraggio e verifica dei punti 1 e 2 via missione OSCE.
Sono trascorse sette settimane dall’inizio della tregua in Ucraina orientale. Lo scopo degli updates pubblicati da Triage è di fornire un resoconto sul rispetto dei primi tre punti fondamentali previsti degli accordi di Minsk II:
1. Cessate-il-fuoco immediato e totale (entrato in vigore dalla mezzanotte locale del 15 febbraio).
2. Ritiro delle rispettive armi pesanti dalla linea di fronte in modo da creare una zona cuscinetto: 50km per l’artiglieria calibro 100mm o superiore; 70km per i sistemi lanciarazzi multipli (MRLs); e 140km per gli MRLs Tornado-S, Uragan e Smerch e per i missili balistici tattici Tochka U.
3. Monitoraggio e verifica dei punti 1 e 2 via missione OSCE.
Quarta settimana dall’inizio della tregua in Ucraina orientale. Lo scopo degli updates pubblicati da Triage è di fornire un resoconto sul rispetto dei primi tre punti fondamentali previsti degli accordi di Minsk II:
1. Cessate-il-fuoco immediato e totale (entrato in vigore dalla mezzanotte locale del 15 febbraio).
2. Ritiro delle rispettive armi pesanti dalla linea di fronte in modo da creare una zona cuscinetto: 50km per l’artiglieria calibro 100mm o superiore; 70km per i sistemi lanciarazzi multipli (MRLs); e 140km per gli MRLs Tornado-S, Uragan e Smerch e per i missili balistici tattici Tochka U.
3. Monitoraggio e verifica dei punti 1 e 2 via missione OSCE.
Grazie all’art. 41 (comma 1-3) della costituzione kazaka introdotto con un emendamento nel febbraio 2011, Nursultan Nazarbayev, ha indetto elezione presidenziali anticipate che si terranno il giorno 26 aprile.
Ufficialmente si è voluta motivare la prossima competizione elettorale con la necessità di superare l’attuale crisi economica ed il pericoloso nazionalismo russo, nella realtà il vero motivo è quello di riprogrammare una decisa continuità politica per l’anziano leader kazako, nella logica di avere un uomo forte al comando per far fronte alle nuove minacce incombenti in questo 2015, senza aspettare la naturale scadenza della legislatura nel 2016.