It seems that the push for regional political settlements have begun impacting on recent developments in the region. Several political messages have also been communicated from the US Secretary of State, John Kerry’s visit to the Middle East. There has been an indirect call for Arabs to normalize relations with Israel. The American reassurance of the security of Israel have served to push for the pending issues regarding this point to be immediately resolved.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha accolto con molta soddisfazione la decisione dell’UE di includere l’ala militare di Hezbollah nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, aggiungendo tra l’altro che Israele non distingue tra la fazione armata e quella politica dell’organizzazione essendo due facce della stessa medaglia.
Il premier israeliano ha ringraziato i leader dei 28 Stati membri dell’UE ed ha espresso la speranza che la decisione possa portare a “passi concreti contro l’organizzazione”.
Numerosi i conflitti paralleli e la sanguinosa guerra civile che dal marzo 2011 incendiano la Siria.
E’ ormai certo che la guerriglia in lotta contro il regime siriano sia profondamente divisa tra bande qaediste e gruppi più moderati, la novità attuale sembra essere una escalation del conflitto interno che sfocia ormai in una guerra nella guerra, un mortale “tutti contro tutti”.
Lo scorso 11 luglio è stato infatti ucciso Kamal Hamami, dirigente da un’organizzazione formata perlopiù da disertori delle forze armate lealiste, chiamata “esercito siriano libero” e considerata dalla più generica resistenza siriana troppo filo occidentale.
Tutto passa attraverso i tubi del gasdotto South Stream. In italiano “flusso meridionale”.
Se qualcuno ha pensato che gli alti funzionari del Ministero dell’Interno, sacrificati alla stabilità politica, abbiano agito con leggerezza, si sbaglia, la prima preoccupazione del Governo era, ed è, non indebolire la presenza italiana ad Astana.
Come al solito si è voluta mascherare una coordinata operazione di intelligence con un banale errore del Viminale.
John Kerry’s visit to the Middle East provides several signals on political issues in the region. In particular, it brings back into focus the goal of kick starting the immobile regional peace process.
The first signal is the American decision for Amman to be the meeting place with the Palestinians. The message is to both Palestinians and Jordanians foreshadowing Jordan’s role in the upcoming settlement process, which, if all goes well, will be looking much healthier in the coming weeks.
Il presidente appena nominato Adli Mansour, ha promesso che combatterà con ogni mezzo coloro che stanno tentando di trascinare l’Egitto verso il caos.
I Fratelli Musulmani infatti hanno in programma di incoraggiare proteste di massa al fine di chiedere il ritorno del deposto capo islamico Mohamed Morsi.
"La sicurezza è la priorità" - Questo potrebbe essere lo slogan del prossimo periodo per la maggior parte dei paesi della regione. Mentre la crisi siriana passa attraverso una nuova fase, e non vi è un vero e proprio focus sul porre fine alla violenza, ci saranno conseguenze per la regione, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. La maggior parte dei paesi sono attesi per affrontare le sfide di sicurezza reale, soprattutto quelli che facevano parte del conflitto in Siria, in politica o un livello geografico.
La Giordania è uno dei paesi che potrebbero affrontare questo tipo di sfida. Molti indicatori mostrano che la Giordania ha adottato piani più proattivi che aiutano a mantenere la sicurezza e la stabilità del paese.
Luglio 2013, un’estate che si preannuncia arroventata dalle rivelazioni di Edward Snowden, la “talpa”; ex collaboratore della CIA e dell’NSA, per qualcuno un eroe, per altri un traditore.
Da giungo ha inizio il Datagate, lo scandalo della sorveglianza globale: controllo delle comunicazioni telefoniche, sorveglianza elettronica, spionaggio nelle sedi diplomatiche; queste sono le principali “bombe” lanciate da Snowden dopo aver lasciato la sede dell’NSA nelle Hawaii nel mese di maggio.
Turchia, Qatar ed Egitto hanno tutti recentemente sperimentato transizione politica e disordine. Stranamente, è gli stessi tre paesi che hanno avuto una posizione aggressiva sulla Siria.
Dopo la recente successione politica in Qatar una strategia di uscita è imminente. Questo cambiamento è apparso quando Al Jazeera, il più efficace strumento di cambiamento nel mondo arabo e ampiamente utilizzata dall'amministrazione del Qatar, è stato privato di avere priorità o esclusività nella copertura della successione in Qatar.
Sembra che le sole parole del neo-eletto presidente iraniano Hassan Rohani siano bastate per mettere in moto l’opinione internazionale e stimolare le varie potenze a valutare un’apertura futura verso l’Iran. Prima ancora di insediarsi ufficialmente, il presidente Rohani ha affermato che il suo futuro governo si impegnerà ad applicare una politica di intesa costruttiva con il mondo, difendendo allo stesso tempo tutti i diritti del popolo iraniano.