Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.
Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.
Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.
Possiamo considerare l’attacco dei giorni scorsi contro l’Ambasciata francese a Tripoli come il primo attacco terroristico contro gli interessi stranieri in Libia.
L’attacco segna l’escalation della guerra intestina che si combatte tra il governo e le milizie jiadiste per determinare l’orientamento futuro, e la qualità delle istituzioni.
Tale radicalizzazione del conflitto e l’attacco all’ambasciata Francese, devono servire da campanello d’allarme al fine di evitare di vanificare i risultati raggiunti grazie all’intervento NATO.
Martedì 23 aprile un’autobomba ha devastato l’ambasciata francese a Tripoli ferendo due guardie francesi, è il primo attacco importante contro target occidentali dopo quello che è costato la vita lo scorso settembre, ad opera di jiadisti all’ambasciatore USA Chris Stevens.
Tripoli e tutta la Libia dopo che è stato rovesciato il regime di Gheddafi sono state inondate di armi e vi scorrazzano violenti bande armate.
La Corea del Nord potrebbe dichiarare la Vittoria alla sua gente rivendicando che le minacce dei giorni passati hanno spinto gli americani a terminare le esercitazioni militari effettuate congiuntamente alla Corea del sud e ad abbandonare un potenziale piano di invasione.
Due esplosioni a 12 secondi di distanza hanno scosso il traguardo della Maratona di Boston uccidendo all’istante 3 persone tra cui un bambino di 8 anni Richard Martin, ferendone gravemente altre 140.
L’episodio di Boston è sicuramente da catalogare come atto terroristico anche se ancora non ci è dato sapere se è stato progettato e realizzato da un gruppo di terroristi stranieri o nazionali.